Francobolli pubblicitari, una potenzialità più volte… inseguita dalle amministrazioni postali di mezzo mondo. Con iniziative spesso e volentieri poi arenatesi, magari per le proteste. Come non ricordare (certo, erano altri tempi), l’interrogazione parlamentare italiana del 5 dicembre 1924? Allora, diciassette deputati chiesero al ministro delle Comunicazioni, Costanzo Ciano, “se ritenga confacente con la dignità nazionale consentire che lo Stato metta in vendita un nuovo tipo di francobollo nel quale l’effigie del sovrano è unita a forme di réclame esclusivamente commerciale”. I filatelisti sanno come andò: tali produzioni finirono presto accantonate.
Ora è il turno della Croazia, che già da otto anni ha varato un percorso specifico, sicuramente più discreto. Ad indicarlo sono le stesse Poste nazionali. Nell’album figurano -tutti dotati di bandella- i 2,30 kune dell’8 maggio 2008 per la Volkswagen (nei settant’anni del “Maggiolino”) e del 16 appartenente allo stesso mese dedicato alla fondazione culturale del gruppo Adris (gruppo attivo in diversi campi, dal turismo alla ricezione alberghiera ed all’industria alimentare). Successivi sono il 3,50 dell’11 luglio riguardante Western union (offre servizi finanziari e di comunicazione), il 2,80 del 17 ottobre per il Movimento delle città salubri in Europa (nel ventesimo anniversario), il 3,10 del 19 ottobre 2012 inerente Euroherc (cita l’analogo giro di boa della compagnia presente nel settore assicurativo). Cui si aggiunge il taglio da 4,60, emesso il 2 febbraio scorso per la Mercedes.
Quanto ai risultati economici, l’operatore Hrvatska pošta, contatto da “Vaccari news”, non si esprime, trincerandosi dietro al segreto d’ufficio. Ma già questa è un’informazione significativa…