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editor Fabio Bonacina


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Conosciuto con lo pseudonimo di Dalsani, visse tra il 1844 ed il 1922. Il Museo nazionale del Risorgimento italiano di Torino gli ha dedicato una mostra

Fino al 14 settembre a Torino
Fino al 14 settembre a Torino

All’anagrafe faceva Giorgio Ansaldi e visse tra il 1844 ed il 1922. Ma il suo lavoro di disegnatore è ricordato tuttora. Grazie anche alla mostra che Torino (dove arrivò ad appena quattro anni) gli ha dedicato fino al 14 settembre. S’intitola “Belle époque. Lo sguardo ironico di Dalsani”. Quest’ultimo era il nome d’arte, inventato da ragazzo per sviare gli strali dei professori e poi mantenuto. La rassegna è ospitata al Museo nazionale del Risorgimento italiano (palazzo Carignano, piazza Carlo Alberto 8, aperta da martedì a domenica tra le ore 10 e le 18; il biglietto, che dà la possibilità di vedere anche l’allestimento permanente, costa 10,00 euro).

Gli furono maestri -viene spiegato- i padri della caricatura politica risorgimentale: Camillo Marietti, Francesco Redenti e Casimiro Teja. Dall’ironia pacata, “su posizioni sempre liberali moderate, con tratto morbido e curato, illustrò in modo continuativo la vita dell’Italia”, dal periodo post-unitario in poi. Nella folta schiera di colleghi, “fu il più versatile, spaziando pure tra rebus illustrati, figurini di moda, cartelloni pubblicitari, «réclames» di spettacoli, costumi teatrali e bozzetti di scena, copertine di quaderni scolastici, tavole didattiche”. Fino ai menù, alle scatole di fiammiferi ed alle cartoline.

Il percorso fornisce uno spaccato della vita e del gusto dei ceti medi a cavallo tra Ottocento e Novecento. Ceti medi che coltivavano la soddisfazione di vivere in quella che consideravano l’epoca bella per eccellenza, insieme alla fiducia in un progresso ritenuto inarrestabile. La Grande guerra avrebbe fatto mettere da parte gli entusiasmi.

Nelle teche vi sono 286 pezzi (tuttavia, solo il Museo possiede seimila documenti, donati dagli eredi), capaci di documentare il lavoro che ha lasciato. Sono schizzi, disegni, acquerelli, stampe, cartelloni pubblicitari, abiti ed altri oggetti. Non mancano alcuni supporti postali: le cartoline scelte sbeffeggiano i rapporti di coppia, raffigurano attività quotidiane, sottolineano anniversari, eventi ed esposizioni, veicolano prodotti commerciali.

Nel loro insieme, i reperti testimoniano il tempo libero, la pratica di nuovi sport con i velocipedi e le automobili, il gusto, gli spettacoli, la propaganda, gli allestimenti, l’istruzione, la caricatura politica nei giornali umoristici. Quasi sempre con il sorriso sulle labbra.

Due delle cartoline su cui ha lavorato Dalsani ed ora in mostra; risalgono al periodo compreso tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo
Due delle cartoline su cui ha lavorato Dalsani ed ora in mostra; risalgono al periodo compreso tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo

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