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Insieme a due francobolli, sarà disponibile dal 20 settembre, il giorno in cui la struttura riaprirà dopo circa tre anni di lavori

Una delle pagine del “minilibro”, dedicata alla Dialettica
Una delle pagine del “minilibro”, dedicata alla Dialettica

Anche il Vaticano continua a farsi... tentare dalle iniziative dentellate che vanno fuori dai canoni tradizionali. Il 13 giugno 2002, ad esempio, ha saggiato l’ebbrezza del francobollo tondo (è il foglietto da 1,55 euro che accompagna la serie per il secolo e mezzo delle produzioni postali pontificie), il 20 marzo 2003 in argento (il 2,58 euro in congiunta con la Polonia per i venticinque anni del Pontificato di Giovanni Paolo II), il 12 ottobre 2006 in rilievo (la serie da 40 e 65 centesimi, nonché da 1,40 euro e 2,80 euro fogliettato, per il mezzo millennio dei Musei vaticani), il 26 giugno 2007 il sagomato come fosse un palco teatrale (il 2,80 euro in blocco della serie per Carlo Goldoni), il 13 novembre 2008 il triangolare (il 2,50 euro per la convenzione postale con lo Smom), il 4 novembre 2009 in braille (il 65 centesimi per il bicentenario dell’inventore omonimo). Ed ora tocca al “minilibro”.

Si tratta del taglio da 3,90 euro inserito in una confezione che richiama la Biblioteca apostolica vaticana (Bav); sulla carta valore figura uno dei suoi artefici, Sisto V, “mentre all’interno vi sono riprodotte alcune pagine con le immagini delle arti liberali” (Aritmetica, Astronomia, Dialettica, Geometria, Grammatica, Musica e Retorica) tratte dal Codice urbinate latino 329.

L’insieme, prodotto in un massimo di 110mila pezzi, è associato a due esemplari in fogli, che hanno una tiratura limite pari a 200mila copie e un costo di 65 (illustrato con Gesù crocefisso) ed 85 centesimi (i santi Cosma e Damiano).

L’iniziativa vuole sottolineare la riapertura della Biblioteca, prevista per il 20 settembre -proprio il giorno dell’emissione- dopo circa tre anni di lavori.

Le origini della struttura -spiegano da oltre Tevere- “possono essere ricondotte al IV secolo, periodo al quale viene fatto risalire lo «scrinium» della Chiesa romana, che serviva tanto da biblioteca quanto da archivio. A papa Eugenio IV si deve il primo inventario della Bav, il primo nucleo di 350 codici greci e latini che erediterà poi il suo successore Niccolò V incrementandolo notevolmente con l’acquisizione di ulteriori manoscritti e la trascrizione di altri. Alla sua morte la raccolta era la maggiore d’Europa con i suoi circa 1500 codici. È solo con Sisto IV e la sua bolla «Ad decorem militantis Ecclesia» (1475) che l’insieme di codici diventa una vera biblioteca moderna dotata di collezioni, acquisizioni fondi e rendite”. Nel 1587 Sisto V incarica l’architetto Domenico Fontana di costruire le fondamenta di una nuova e più ampia sede. L’edificio, il medesimo di adesso, sorge sulle scale divisorie tra il cortile del Belvedere e quello detto ora della Biblioteca; nel piano più alto si trova la grande aula a due navate, il salone Sistino, destinata a contenere le raccolte. Nel 1738 la Biblioteca si arricchisce di collezioni artistiche greche e romane e soprattutto del medagliere del cardinale Albani, allora il secondo più grande insieme esistente dopo quello del re di Francia. Con Leone XIII si avvia invece un processo di modernizzazione che ha come protagonista il prefetto Franz Ehrle; adotta quelle regole per la catalogazione rimaste in vigore fino al 1985, anno in cui viene introdotto il supporto informatico.

La serie è composta da due francobolli e dalla confezione nella quale è alloggiato il terzo
La serie è composta da due francobolli e dalla confezione nella quale è alloggiato il terzo

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