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Quello odierno? È un altro annullo simbolico da parte del Vaticano, cioè che non ha un vero e proprio impiego postale in quanto gli sportelli oggi sono chiusi. Riguarda ovviamente la Pasqua.
Il manuale riproduce un particolare dell’affresco “Noli me tangere”, opera del Beato Angelico. Risale al 1438-1440 e decora il Convento di san Marco a Firenze. L’impronta resterà disponibile fino al 30 aprile.
Come d’abitudine, è stata approntata una busta, affrancata con il dentello da 1,30 euro emesso il 19 febbraio in vista della ricorrenza. Il plico costa 3,00 euro, 10,00 se nel folder. Per le richieste a distanza occorre aggiungere rispettivamente 1,50 o 2,50 euro.
L’accenno ieri sera in occasione della conferenza di Nicolino Parlapiano: è stato allestito un nuovo buono-risposta internazionale, anche questa volta adattando quello denominato “Abidjan”, dal nome della città in cui si è svolto l’ultimo Congresso postale universale. L’occasione commemorativa è il centocinquantesimo anniversario dell’Unione postale universale, rappresentato attraverso il logo collocato in alto a sinistra. A proporlo per primo, almeno per quel che concerne l’area italiana, è il Vaticano. Dove ne ricordano la natura: il coupon-réponse international è una carta valore introdotta l’1 ottobre 1907 attuando le deliberazioni del VI Congresso postale universale, svoltosi a Roma nel 1906. Tale versione sarà in vendita di fatto dal 2 aprile a 1,50 euro, disponibile presso gli sportelli o via posta aggiungendone 2,50 per le spese di recapito. Potrà essere convertita, in tutti i Paesi membri dell’Upu, sino al 31 dicembre 2026, in un francobollo equivalente all’importo minimo di un invio prioritario non registrato destinato all’estero.
Non solo l’Italia. Anche il Vaticano (che già il 19 febbraio ha emesso un francobollo da 1,30 euro sul tema) ha predisposto annulli riguardanti la Pasqua. Si caratterizzano per il testo in latino “Svrrexit Christvs allelvia”; verranno utilizzati dal 25 marzo al 18 maggio. L’organizzazione è la stessa vista nel recente passato: tre manuali sono destinati al settore partenze (si contraddistinguono per la lettera “C” e i numeri da “1” a “3”), due risultano agli arrivi (“Ca”, “1” e “2”), uno riguarda i pacchi (“P”, “1”). Non vengono più impiegate le obliterazioni meccaniche.
Oggi il gruppo di emissioni del Vaticano. Tutte segnalate nei giorni scorsi ad eccezione della busta postale. Pure questa dedicata all’“Anno della preghiera”.
Stampata in settemiladuecentocinquanta esemplari, porta il nome di Patrizio Daniele ed è in vendita a 3,20 euro. Propone nell’impronta di valore l’orante, una delle rappresentazioni più frequenti nelle catacombe cristiane fin dall’inizio del III secolo. Si tratta, in genere, di una donna o un uomo ritratti in piedi, le braccia levate nell’atto di pregare. Rappresenta non solo il singolo individuo ma l’intera Chiesa. Sulla sinistra del plico compare invece il pontefice raccolto in meditazione, con un rosario tra le mani davanti alla Madonna di Fatima.
Si aggiunge la frase esplicativa “In questo tempo di preparazione, fin da ora mi rallegra pensare che si potrà dedicare l’anno precedente l’evento giubilare, il 2024, a una grande «sinfonia» di preghiera”. È la lettera scritta l’11 febbraio 2022 dal santo padre al pro-prefetto della sezione per le questioni fondamentali dell’evangelizzazione nel mondo, presso il dicastero per l’Evangelizzazione, monsignor Rino Fisichella.
Fu tra le personalità che hanno aiutato papa Pio VII a guidare saldamente la “Barca di Pietro” all’inizio del XIX secolo. Protagonista è il cardinale Ercole Consalvi, della cui morte, avvenuta il 24 gennaio 1824, ora ricorre il bicentenario. Nato a Roma l’8 giugno 1757, si formò in studi storici e giuridici, con marcati elementi religiosi e teologici, muovendo i primi passi nella carriera diplomatica durante il Pontificato di Pio VI. La grande personalità emerse soprattutto con il successore, Pio VII, che, all’indomani dell’elezione il 14 marzo 1800, lo scelse come pro-segretario di stato, creandolo poi cardinale e quindi segretario di stato a pieno titolo. Il suo lavoro consentì al pontefice di concludere concordati con diversi Stati, tra cui la Francia (1801), la Russia ortodossa (1818), la Prussia protestante (1821). Le vicende del porporato si intrecciarono spesso a quelle di Napoleone Bonaparte, “dal quale era odiatissimo per la sua fermezza e per colpa del quale fu dimesso”. Ricoprì infatti il ruolo di segretario di stato a due riprese: dal 15 marzo 1800 al 17 giugno 1806 e poi dal 19 maggio 1814 al 20 agosto 1823. La geniale abilità “apparve in tutta la sua grandezza al Congresso di Vienna, quando riuscì ad ottenere per lo Stato Pontificio tantissimo di quanto era stato con forza strappato dall’imperatore”. L’omaggio postale, da 2,45 euro e in arrivo il 19 febbraio, riproduce un dipinto di Jean Baptiste Wicar (1762-1834) conservato a Castel Gandolfo (Roma); rappresenta il personaggio mentre riceve da Pio VII la ratifica del Concordato con la Francia. È stato prodotto in cinquantaquattromila esemplari predisposti in fogli da dieci. Nell’annullo figura il suo stemma.
Francobollo (è tra quelli annunciati per il 19 febbraio) dedicato ai due secoli trascorsi dal “sogno” di san Giovanni Bosco. Risulta predisposto dal Vaticano e costerà 1,30 euro. Stampato in centonovantamilaottocento unità, si presenta in fogli da nove. L’emissione riprende un fatto accadutogli a nove anni e che ha orientato i suoi passi futuri, influenzandone l’impegno e il carisma. Insomma, ha originato la vocazione di colui che avrebbe fondato la Congregazione dei salesiani, rappresentando la fonte ispiratrice della filosofia educativa permeata da tre principi: ragione, religione e amorevolezza. “Per lui -commentano da piazza San Pietro- era impossibile educare un giovane attraverso la ragione senza qualcuno che lo amasse, capisse i suoi problemi e lo supportasse per risolverli”. La carta valore riproduce un dipinto su tela realizzato nel 1999 dal pittore Mario Bogani (1932-2016) e conservato nella Basilica superiore del tempio don Bosco-Colle don Bosco (Castelnuovo Don Bosco, Asti). L’annullo raffigura il piccolo Giovanni che dorme, circondato dalle figure presenti appunto nel sogno: Gesù, Maria, lupi e agnelli.
Dall’esterno è difficile immaginarlo ma, dietro piazza San Pietro, vi sono diversi servizi, come stazione ferroviaria, supermercato, benzinaio, semafori… E c’è anche la Farmacia vaticana, beneficiaria di un francobollo per il suo secolo e mezzo di attività. Da 1,25 euro, risulta inserito nel gruppo di titoli in arrivo il 19 febbraio. Tirato in quarantatremila esemplari allestiti in fogli da dieci, è dovuto a Raúl Berzosa. Rappresenta il fondatore dell’Ordine ospedaliero Fatebenefratelli, cioè san Giovanni di Dio, con un farmacista e un cliente. Sullo sfondo compare la Basilica di san Pietro e, in basso, l’emblema, consistente in un melograno sormontato da una croce. Lo stesso ripreso nel logo creato per il giro di boa e citato nell’annullo. Era il 2 marzo 1874 quando il cardinale Giacomo Antonelli, a nome di papa Pio IX, propose al priore generale dell’Ordine ospedaliero, padre Giovanni Alfieri, di predisporre una struttura specializzata. All’inizio venne istituita una riserva in favore di pontefice e cardinali. La prima comunità si insediò solo nel 1892: gestiva il deposito dei medicinali e allo stesso tempo svolgeva una forma di assistenza infermieristica. Era alloggiata sotto il portico del cortile di San Damaso, passando al palazzo del Belvedere nel 1929, dove si trova ancora adesso. Oggi offre un supporto essenziale rivolto non soltanto al personale e ai residenti in Vaticano, ma anche a chiunque abbia bisogno di farmaci particolari.
Celebrare la Pasqua con il francobollo che riproduce un’opera di Vitaliy Shtanko. È la proposta del Vaticano in arrivo il 19 febbraio; conta cinquantaquattromila esemplari in fogli da dieci. Da 1,30 euro, rappresenta Maria Maddalena inginocchiata dinanzi a Cristo; alle sue spalle si intravede il sepolcro, in basso davanti a lei il vaso contenente l’unguento per l’imbalsamazione. L’annullo aggiunge, alla colomba e alle campane, un estratto dalla “Victimae paschali”, la sequenza tradizionalmente cantata in tale solennità dopo l’“Alleluia”. L’immagine -viene approfondito- rappresenta il momento in cui Gesù risorto appare alla Maddalena che piangeva e pregava davanti al tumulo. “Racchiude in sé un grande messaggio. Maria Maddalena per prima riceve l’annuncio della risurrezione di Cristo, diventandone testimone. Maria Maddalena fu tra coloro che maggiormente amarono Cristo, dimostrandolo. Quando giunse il tempo del Calvario era, insieme a Maria santissima e a san Giovanni, sotto la croce… non fuggì per paura come fecero i discepoli, non lo rinnegò come fece Pietro, ma rimase presente ogni ora... La donna non rappresenta solo la missione della Chiesa, chiamata a portare al mondo l’annuncio della risurrezione, ma vuole essere qui soprattutto simbolo della preghiera perseverante”. Ricordando che il 2024 è appunto l’“Anno della preghiera”.
In Vaticano è l’“Anno della preghiera”. Il pontefice -viene approfondito- ha espresso il desiderio “che l’Anno santo sia preceduto da un periodo intenso di preghiera”. Essa “va vissuta come un dialogo intimo e profondo con il divino, che ci offre l’occasione per immergerci nella presenza del Signore, ascoltarlo e lodarlo, con un atteggiamento in netto contrasto con l’egocentrismo della cultura contemporanea, che ci distoglie da Dio e da ciò che è davvero essenziale”.
A tale soggetto si ispira la serie dedicata proprio al Pontificato di papa Francesco, tra i titoli in uscita il 19 febbraio. Fotografici, il taglio da 1,25 euro lo propone in preghiera nella Basilica di santa Maria Maggiore subito dopo l’elezione (era il 14 marzo 2013); l’1,30 lo mostra mentre bacia il crocifisso durante il Venerdì santo (19 aprile 2019); nel 2,45 è raccolto in meditazione con il rosario stretto a sé a Santa Maria Maggiore (4 maggio 2013); il 3,20 lo ritrae in adorazione del santissimo Sacramento durante il Corpus domini (18 giugno 2017).
I fogli sono da dieci esemplari; diverse le tirature: il primo e il terzo valore contano su quarantacinquemila unità, i restanti su cinquantaquattromila.
Il 2024 sarà aperto dal Vaticano il 13 febbraio, proponendo la congiunta con l’Italia dedicata ai quarant’anni degli accordi di villa Madama (taglio da 1,25 euro). Poi il 19 arriverà un sostanzioso gruppo, composto da altri sei titoli. Riguardano il Pontificato di papa Francesco (1,25, 1,30, 2,45, 3,20), la Pasqua (1,30), la Farmacia vaticana (1,25), il “sogno” di san Giovanni Bosco (1,30), il cardinale Ercole Consalvi (2,45), la busta postale (3,20). Tornando al primo tributo, intende ricordare quel 18 febbraio 1984 quando il cardinale segretario di stato Agostino Casaroli e il presidente del Consiglio Bettino Craxi, come atto conclusivo di una lunga trattativa, sottoscrissero il testo di revisione del Concordato risalente al 1929, episodi già visti in non pochi richiami dentellati. Obiettivo della nuova intesa era “essenzialmente l’adeguamento del regolamento dei rapporti tra lo Stato italiano e la Chiesa cattolica ai principi della Costituzione repubblicana”. Insomma, un accordo quadro di principi fondamentali e il rinvio a ulteriori intese per le questioni specifiche. Quanto al francobollo, conta novantaduemila copie allestite in fogli da dieci. L’autrice, Maria Carmela Perrini, ha raffigurato una veduta dall’alto della cinquecentesca villa Madama, su cui si evidenziano le firme dei segnatari e gli stemmi. Di certo, non permette di comprendere i contenuti della celebrazione.