La storia di un giovane nobiluomo, convinto che le parole non bastino ad esprimere il suo più intimo vissuto. Per questo decide di abbandonare l’attività letteraria, si ritira in un decoroso silenzio, si rassegna ad una vita apparentemente priva di slanci intellettuali, cercando con evidenti difficoltà di incarnare il ruolo di marito e di padre. Però, il grigiore della vita è a tratti interrotto da attimi di gioia insperata, istanti felici dove tutto sembra riacquistare un senso.
È la parte fondante del libro “Lettera di lord Chandos e altri scritti” (192 pagine, 15,00 euro). Dovuto a Hugo von Hofmannsthal (1874-1929) e curato da Marco Rispoli, è ritenuto uno fra i testi capitali della moderna letteratura. Egli -spiegano dalla casa editrice, Marsilio- riesce a mostrare “quanto sia fragile, mutevole e tuttavia irrinunciabile il rapporto tra l’uomo e la letteratura”. L’approfondimento sul linguaggio è solo uno dei temi toccati nel testo: nelle esperienze del protagonista si condensa quella moderna rivoluzione del pensiero che ha reso la possibilità di leggere il mondo attraverso la ricerca di inattese analogie qualcosa di eccentrico, confinandola nell’ambito della follia o della poesia.
I restanti due interventi, realizzati a distanza di pochi mesi dal precedente, “ne completano la riflessione, indagando da punti di vista opposti e complementari la relazione tra l’uomo, il mondo e la letteratura”.