C’é chi propose san Giorgio, in quanto protettore del Regno Unito e dunque del Paese in cui nacque il primo francobollo. Oppure Vittore, per ricordare la regina sotto alla quale venne emesso. O ancora Matteo: prima di divenire apostolo, faceva il gabelliere. Così, oltre un secolo fa, ci si confrontava per individuare un santo dei filatelisti. Qualcuno -ancora- suggerì di richiamare il santo del giorno in cui il francobollo vide la luce. Quest’ultima possibilità “è, senza dubbio, molto simpatica e varrebbe a ricordare, periodicamente, al pubblico profano, di quanta pratica utilità sia stata al mondo intero la creazione di quel semplice rettangolo di carta”. Così si esprimeva, su “Il bollettino filatelico”, Berti Merry. Soltanto che indicava come momento del debutto il 13 maggio 1840, dedicato a san Natale, che quindi segnalava quale potenziale referente. Di là da tale dettaglio, l’autore sottolineò comunque questo mese come ideale, perché è il periodo in cui -ieri come oggi- gli appassionati sono soliti tenere i congressi e le esposizioni. E quindi si possono valorizzare sia la carta valore, sia le iniziative. Fermo restando un dato di fatto: “non si può trovare un santo che, in un modo o in un altro, possa essere considerato come filatelista! Nell’epoca dei santi non esistevano francobolli, e nell’epoca dei francobolli... non esistono santi!”.