Già alla stazione di Chiasso, grandi pannelli che annunciano la rassegna, proponendo riproduzioni di cartoline d’antan commentate, segno di un coordinamento territoriale non facile da riscontare. Poi, l’allestimento del Max “I treni fra arte, grafica e design”, aperto subito all’ingresso con i due francobolli firmati dalla Svizzera il 3 settembre 2020 per la galleria di base che transita sotto il monte Ceneri.
“Il treno ha ancora ai nostri giorni valenze simboliche e di sviluppo della modernità”, introducono i promotori. “Questo assunto rende il Canton Ticino e in particolare Chiasso con la sua stazione internazionale inaugurata nel 1932, il luogo ideale per ospitare una mostra di questo tipo. Il Ticino, inoltre, ha sempre svolto un ruolo di mediazione e di cerniera fra appartenenze nazionali e culturali diverse, sia verso l’Europa continentale sia verso il Mediterraneo”.
Curata da Oreste Orvitti e Nicoletta Ossanna Cavadini, è aperta ancora fino al 24 aprile. Le sale propongono soprattutto manifesti, ma anche dipinti, opere del Futurismo, arredi, cartellonistica, menù e altri reperti. Non mancano un apparecchio morse a manovella e un manuale degli orari riferito ad Autopostale, cioè alla rete di trasporto pubblico da sempre controllata dalla Posta. Una parte significativa è lasciata alle citate cartoline che, ancora una volta, dimostrano il loro valore documentario.