C’è attesa per la cerimonia di insediamento che, come tradizione impone, avverrà oggi. Quando Donald Trump diverrà formalmente il quarantacinquesimo presidente degli Stati Uniti. Le cronache sono piene di sue dichiarazioni a tutto campo, parte delle quali ha fatto discutere. Una, però, interessa il settore: davanti al rischio intercettazione delle e-mail (in particolare quello che ha colpito l’imprudente antagonista, Hillary Clinton), ha consigliato di privilegiare le lettere cartacee. Anche se pure queste, a dire la verità, non sono così sicure. Come la storia insegna.
Ad ogni modo, si sta per aprire un nuovo capitolo; lo sottolineerà l’operatore postale nazionale, Usps, con un annullo in uso a Washington.
Si aggiungono perlomeno due serie di altrettanti Paesi africani. Che l’hanno citato oramai come vincitore delle elezioni.
Il primo è São Tomé e Príncipe, ufficialmente arrivato agli sportelli già il 10 novembre con un foglietto da 120.000 dobra che lo ritrae con la moglie Melania Knauss e la Casa bianca. Sul bordo compaiono ancora lui ed una serie di simboli tesi a sottolineare le felicitazioni: i fuochi d’artificio, lo stemma e le bandiere, l’immobile.
A ruota -per la precisione il 26 dicembre- è toccato alla Liberia. Il suo blocco punta ovviamente allo stesso repertorio: il drappo ed il personaggio (con tanto di firma) nel francobollo vero e proprio, nominale da 450 dollari. L’edificio di rappresentanza e l’emblema sulla cimosa.