Quali sono i sentimenti, le percezioni e gli atteggiamenti soggettivi dei soldati italiani che tra il 1915 ed il 1918 parteciparono al Primo conflitto mondiale? Quali le loro strategie di resistenza alla destabilizzante esperienza bellica? A questi interrogativi -spiega la casa editrice, Unicopli- è possibile tentare di rispondere rivolgendosi all’ampia tipologia di documenti autografi prodotti dai combattenti. Le corrispondenze dei soldati, insomma, raccolte in “Lettere dalla Grande guerra - Scritture del quotidiano, monumenti della memoria, fonti per la storia. Il caso italiano” (15,00 euro).
Lo studio, infatti, è basato su un esteso censimento di testimonianze (conta 302 pagine), condotto a livello nazionale in numerosi archivi pubblici e privati, senza trascurare indagini locali.
Le missive sono prese in esame seguendo un itinerario che ripercorre il “momento genetico” della vergatura sui campi di battaglia, il periodo di “monumentalizzazione” delle testimonianze e la fase, tuttora in corso, di utilizzo delle corrispondenze come fonte per la ricostruzione storica.
L’autore, il dottore di ricerca in Storia contemporanea presso l’Università di Genova, Fabio Caffarena, ha voluto fare di più: l’appendice metodologica ripercorre il dibattito storiografico e fornisce una mappa degli archivi, dei musei e dei centri di studio che conservano tracce epistolari dei militi.