È il primo appuntamento di una rassegna mensile dedicata ai più famosi epistolari di poeti e scrittori del Novecento. S’intitola “Lettere d’amore”, ha il patrocinio del Comune di Verona, vede la direzione artistica del teatro Nuovo nonché la collaborazione del Club di Giulietta e dell’Istituto internazionale per l’opera e la poesia. L’obiettivo è dare voce alle più belle missive sentimentali di ogni tempo. Protagonisti del 27 marzo, sotto al titolo “Le mie lettere sono fatte per essere bruciate”, sono gli scrittori Sibilla Aleramo e Dino Campana. Il carteggio risale al 1916, spiega l’esperta Rossana Valier. Lei, femminista ante litteram e gran seduttrice, dopo la lettura dei “Canti orfici” decide di contattarne l’autore. Non era nuova nel fare il primo passo, ma questa volta trova una personalità geniale e dura che le tiene testa. E gliela fa perdere. Ci saranno sei o sette incontri, andirivieni, corse e rincorse tra Pisa, Livorno e Firenze; botte, minacce, gioia e lacrime, sino a quelle finali, del poeta solo e malato chiuso nel manicomio di San Salvi, nel capoluogo toscano. Tutti questi eventi- ormai perfettamente ricostruiti dai biografi e dalla studiosa Bruna Cinti- sono sublimati e quasi resi teatrali in un gioco di specchi tra vita, missive e letteratura. Nessuno dei due interlocutori cambia il proprio stile: numerose, prolisse ed enfatiche le corrispondenze di Sibilla, eccentriche e fulminee quelle di Dino, che addirittura esordisce in francese e dichiara di non amare l’epistolografia. Sempre pronta a parlare di sé, la donna non raccontò mai la storia. Ne affidò la testimonianza alle carte, che acconsentì di pubblicare solo nel 1958, due anni prima di morire. Lo spettacolo (3,00 euro) si svolgerà allo stesso Nuovo, in piazza Viviani 10. L’inizio è fissato per le ore 18. Più in generale, le proposte “vedranno parola, musica, arti figurative, danza e cinema uniti, in una sintesi che cerchi di dar voce, appunto, all’inesprimibile. L’amore”.