Giovanni XXIII morì mezzo secolo fa esatto, il 3 giugno 1963; il successore, Paolo VI, salì sul soglio pontificio il seguente giorno 21.
Cinque decenni dopo, le edizioni Studium hanno pubblicato la loro corrispondenza inedita, curata dall'arcivescovo Loris Francesco Capovilla e dal saggista Marco Roncalli. È “Lettere di fede e di amicizia (1925-1963)”, volume organizzato in 368 pagine al costo di 25,00 euro.
Si tratta di duecentouno lettere: “lo specchio nitido -viene spiegato- di una fede forte come la roccia e di un’amicizia discreta. Missive che si alternano nel segno di un servizio dove a prevalere sono le ragioni pastorali e religiose”.
Rappresentano nuovi elementi per la storia di due sacerdoti, chiamati a grandi responsabilità. La prova di una comunione spirituale proiettata sull’essenziale e sugli orizzonti più alti. Una corrispondenza che -affrontando temi disparati- si svela spesso dettata dall’intelligenza del cuore e dalla sollecitudine per un progetto che non riguarda mai le proprie persone, ma la Chiesa e gli altri.
Da una parte Angelo Giuseppe Roncalli, poi, con un vello diverso, Giovanni XXIII. Dall’altra Giovanni Battista Montini, il futuro Paolo VI. Dietro di loro, due famiglie e due paesi, due città e due diocesi, Sotto il Monte e Concesio, Bergamo e Brescia, i luoghi delle radici, della vocazione, della formazione, ai quali si sentono debitori senza dimenticare tutta una tradizione lombarda intrisa di partecipazione al cammino della vita ecclesiale e civile.
Si conoscevano già dal 1924-1925. Andando agli albori del loro carteggio lungo un quarantennio, il primo contatto epistolare reperito è del 1925 e documenta un invito per una predicazione ai fucini, rivolto da Montini a Roncalli. L’ultima lettera, invece, è datata 25 maggio 1963, reca la firma di chi nel frattempo è diventato arcivescovo di Milano e cardinale; si rivolge all’amico, papa dal 28 ottobre 1958, ma ormai quasi in agonia, augurandogli di poter essere presente alla seconda sessione del Concilio, “rinfrancato nelle forze del corpo e sempre magnifico in quelle dello spirito”. Fra questi due documenti, un corpus che affronta, ad esempio, la persecuzione degli ebrei durante la guerra, la situazione dei vescovi che avevano collaborato con il regime di Vichy nella Francia liberata, le esperienze pastorali sulle cattedre di san Marco e di sant’Ambrogio…