Non solo la Finlandia. Anche la vicina (non solo in termini geografici) Estonia si appresta a celebrare il centenario della propria indipendenza. Domani, ad esempio, sottolineerà il giro di boa con un francobollo da 1,50 euro in cui compare il logo ufficiale.
Impaginato da Indrek Ilves, non è di facile comprensione. Certo, le tinte sono quelle nazionali, ma già il numero 100 (l’insieme può essere letto anche come 18, così da riferirsi al 1918), che campeggia in mezzo alla vignetta, è poco immediato. Lo sfondo è una sequenza di zero ed uno: richiamano piuttosto una codificazione binaria, non a caso già vista nella recente carta valore per la Presidenza di turno dell’Unione Europea.
Libri di storia alla mano, davanti allo sfaldamento dell’Impero Russo, nell’aprile del 1917 cominciò l’accorpamento delle aree omogenee, mentre la Repubblica venne proclamata il 24 febbraio 1918. Nei mesi successivi fu necessario difendere con le armi tale decisione, fino a quando il Trattato di pace sottoscritto a Tartu chiuse le ostilità, almeno per il momento. Era, oramai, il 2 febbraio del 1920.