Una busta che, idealmente, spicca il volo, seguita da una scia formata con i colori della bandiera italiana. In più, il logo di Poste italiane, la scritta “Italia” ed il valore nominale.
È questo, in estrema sintesi, quanto caratterizzerà per gli anni a venire i plichi che avranno ancora una vera affrancatura. Ossia, è il soggetto della nuova ordinaria per la posta non massiva, almeno fino a quando la società oggi guidata da Massimo Sarmi rimarrà la fornitrice del servizio universale.
Il francobollo tipo è stampato in calcografia a quattro colori: verde, rosso e due, di cui uno di sicurezza, variabili secondo il valore. Il singolo esemplare misura 40x24 millimetri, l’area stampata 36x20. La dentellatura, 11, viene “effettuata con fustellatura”, mentre la carta impiegata è autoadesiva non fluorescente. Il foglio comprende cinquanta pezzi, “recanti tracciature orizzontali e verticali del supporto siliconato per il distacco facilitato di ciascun esemplare”.
Per quello che è dato da immaginare, la lettera con scia ricorda il vecchio logo dell’Ente pubblico economico, ideato da Franco Maria Ricci e in uso a metà degli anni Novanta, anche sulle cartevalori. In uno dei 750 lire usciti il 18 novembre 1994 (poi replicato il 9 dicembre 1995 con un formato più piccolo e un valore da 850 lire) figura persino il richiamo al Tricolore.
Nessun elemento, ancora, su tagli e data di emissione, quest’ultima subordinata -come ha detto venerdì scorso la responsabile della filatelia di Poste italiane, Marisa Giannini- allo smaltimento delle ordinarie precedenti.