Un altro francobollo per un altro anniversario poco tondo, nel caso specifico il centodecimo. È dedicato a Paolo Emilio Taviani, nato a Genova il 6 novembre 1912. Con genitori, Elide Banchelli e Ferdinando, insegnanti e appartenenti al movimento cattolico impegnato nel sociale, il figlio “sviluppa precocissimo la passione per la politica, accanto a quelle per la storia, la geografia e i viaggi”. Lo spiega, nel bollettino, l’ex sindaco nonché presidente onorario dell’Istituto ligure di storia della resistenza e dell’età contemporanea, Giancarlo Piombino. Il personaggio studia fino alla laurea in Giurisprudenza, diviene giornalista pubblicista, consegue altre due lauree, insegna prima nei licei, poi all’Università. Intanto, “la politica bellicista e le leggi razziste ne fanno un deciso oppositore del regime”. Nel luglio del 1943 partecipa alla stesura del “Codice di Camaldoli”, un documento che ispirerà l’azione della Democrazia cristiana alla Costituente e in seguito. Il 27 dello stesso mese fonda la sezione ligure della Dc. Dopo l’8 settembre è tra i costitutori del Comitato liberazione nazionale della Liguria. Durante la Resistenza promuove l’impostazione unitaria della struttura militare, al di là dei distinguo politici. La notte del 23 aprile 1945 presiede la seduta del Cln in cui viene decisa l’insurrezione generale. Il 25 annuncia alla radio la Liberazione di Genova. Nel dopoguerra viene nominato nella Consulta, eletto alla Costituente, poi diventa deputato, senatore e infine senatore a vita. Assume vari dicasteri nei governi fino al 1974, in seguito solo incarichi istituzionali. Muore nella capitale il 16 giugno 2001. Per ciò che concerne la carta valore, è un “B”. Ciò vuol dire che costa 1,20 euro e può essere impiegata senza integrazioni per spedire una cartolina o una lettera ordinaria nei venti grammi all’interno dello Stivale. Risulta stampata in trecentomilaquindici esemplari autoadesivi, raccolti in fogli da quarantacinque. Vi ha lavorato Emanuela L’Abate: al ritratto del commemorato ha aggiunto la Lanterna e un particolare dell’aula del Senato su cui campeggiano le parole “Libertà, eguaglianza, solidarietà”, con le quali “intendeva ribadire i valori fondamentali dello Stato democratico sanciti dalla Costituzione”. L’annullo è allo spazio filatelia di Roma, in piazza San Silvestro 20.