Dopo la precedente notizia, positiva (l’apertura del sito), quella negativa. Riguarda il modo con cui l’Ente poste di San Marino si sta modificando: sull’argomento intervengono le rappresentanze sindacali guidate da Marco Ugolini. I problemi verserebbero sul merito e sul metodo.
Nel merito poiché il rinnovamento è condotto -viene spiegato- in palese contraddizione con quanto previsto nel testo istitutivo dello stesso Ente. Esso prevede una serie di decreti delegati di cui solo una parte, e nemmeno la più significativa, è stata emanata. Si dovrebbe aggiungere la presentazione al Consiglio grande e generale di un progetto di legge per la successiva modifica in società per azioni, ma solo in seguito alla verifica periodica degli obiettivi raggiunti, “obiettivi che naturalmente non si è neppure iniziato a mettere in pratica vista la mancata emissione dei decreti delegati”. Inoltre, nonostante sia previsto un provvedimento specifico, il cambio in spa è stato inserito nella finanziaria 2014, in contrasto con le direttive in vigore.
Nel metodo poiché Poste, il suo consiglio di amministrazione ed il segretario di stato Claudio Felici non avrebbero informato i dipendenti su questa scelta. Ignorerebbero, inoltre, la richiesta di un incontro per avere chiarimenti, in particolar modo sul futuro degli stessi lavoratori.
In mancanza di informazioni ufficiali, le voci si rincorrono. Tra quelle registrate dai dipendenti, la possibile chiusura dell’ufficio di Montegiardino e l’apertura a giorni alterni di altri: si fa il nome delle sedi esistenti a Chiesanuova e Fiorentino.
Nel documento che hanno sottoscritto in assemblea, gli addetti chiedono che si rimanga allo stadio di Ente, in quanto già con la normativa attuale si possono “raggiungere gli obiettivi previsti di efficacia, efficienza ed ottimizzazione dei servizi”.