Protagonisti, il postino ed il corriere. Ritratto davanti a fianco degli edifici distrutti dai bombardamenti a Londra (nel 1941), oppure mentre infila le lettere nel casellario di un condominio torinese (1955), sulle montagne italiane (1956), in moto lungo una strada alluvionata del Gloucestershire, Regno Unito (1936), a Yokohama in Giappone (1955), a Madrid davanti ai bambini (1929), in carrozza nell’Oberland Bernese (1950), con la marea di pacchi in lavorazione sotto le feste natalizie ancora a Londra (1954), alle prese con lo smistamento negli Stati Uniti (1929), lungo il percorso da Baghdad a Beirut (1914), col fischietto per avvisare del proprio arrivo in Ungheria (1950). Quarantotto foto che “Il post” (“nomen omen!”) propone sotto al titolo “Postini vintage”, “fotografie dell’epoca in cui consegnare la posta era un’impresa complicata e fondamentale, da compiere a cavallo, in bici o a bordo di improbabili trabiccoli”. Sapendo che ora le e-mail “hanno reso meno centrale la classica corrispondenza per centinaia di milioni di persone in giro per il mondo, ridimensionando anche l’epica e il mito dei postini”.