Un attacco improvviso, senza la dichiarazione di guerra. Con la scusa di Danzica e del “corridoio”, la Germania oltrepassa il confine della Polonia ed apre il Secondo conflitto mondiale, che avrebbe causato 50 milioni di morti. Era l’1 settembre 1939; due giorni dopo sarebbero scesi in campo Francia e Regno Unito.
A settant’anni di distanza, i protagonisti di allora scelgono, almeno a livello postale, il basso profilo, rinunciando ad emettere francobolli specifici.
Fa eccezione Varsavia. In queste ore, il Paese sia ospitando le celebrazioni ufficiali, alle quali partecipa una ventina di delegazioni giunte dall’estero, fra cui quella italiana. Due i francobolli, proposti oggi. Uno costa 1,55 zloty e cita la battaglia di Westerplatte, teatro del primo attacco e di una eroica difesa, richiamata dal soldato che spara contro gli aggressori. Il secondo, da 2,40 unità, cita invece Wielun, quella che viene considerata la Guernica nazionale. Non a caso, l’inquadratura è proposta dalla cabina di uno Stuka, il terribile bombardiere tedesco.
Nulla, nemmeno un manuale, da Berlino. A livello marcofilo ci ha pensato Londra, con una obliterazione che riporta, fra l’altro, due piccole croci uncinate.