Due articoli del Codice penale, per l’esattezza il n°660 (“Molestia o disturbo alle persone”) e il n°663 (“Vendita, distribuzione o affissione abusiva di scritti o disegni”), sono la base giuridica del provvedimento varato dal Comune di Albairate (Milano) “Non voglio pubblicità in posta”. Ogni famiglia -viene spiegato- riceve a casa circa quindici chili di pubblicità all’anno. Questo materiale, generalmente composto da carta, alla fine raggiunge l’immondizia. Si è calcolato che in un anno nel paese vengono prodotte trenta tonnellate di rifiuti cartacei, che costano all’intera collettività, per raccoglierli e trasportarli ai centri di recupero, circa 4.500 euro. L’Ente locale, in collaborazione con il Consorzio dei comuni dei navigli e nell’ambito del progetto “Risparmiando educando”, sta promuovendo alcune azioni tese a ridurre la produzione di spazzatura e di conseguenza a tagliare i costi del servizio di igiene ambientale. Una di queste intende limitare la diffusione di réclame non richieste. Secondo la linea di Albairate, la cassetta delle lettere è proprietà privata “ed il suo uso è discrezionale del proprietario che ne detiene la legittimità”. Può quindi declinare il materiale pubblicitario, applicando una etichetta adesiva di avviso. Agli abitanti che aderiscono viene promesso uno sconto sulla tariffa rifiuti.