L’onere sopportato da Poste italiane per garantire il servizio universale negli anni 2015 e 2016? È risultato, nell’ordine, di 389 e di 356 milioni di euro. A calcolarlo è stata l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni attraverso una proceduta aperta a fine 2017 e conclusa ora. Considerando i cambiamenti del mercato in corso ed in continuità con le decisioni degli anni passati, l’Agcom non ha ritenuto opportuno procedere all’attivazione di un fondo di compensazione. Si riserva, tuttavia, di approfondire la tematica nell’ambito delle valutazioni per le fasi temporali successive, “che presumibilmente avverranno a valle della definizione del nuovo contratto di programma” tra l’azienda ed il ministero dello Sviluppo economico. Contemporaneamente, il Garante ha aperto il faldone seguente, relativo appunto a 2017 e 2018, dandosi una tempistica di centottanta giorni, “che decorrono dalla data di trasmissione da parte di Poste italiane della documentazione completa”. Un’ultima decisione concerne un altro capitolo di studio; interessa le “modalità tecniche e operative per rendere certa la data di spedizione delle fatture da parte dei gestori di servizi di pubblica utilità agli utenti”. L’iter è stato chiuso, stabilendo che tali aziende “hanno l’obbligo, nell’ambito della risposta ad un reclamo dell’utente o nell’ambito di una procedura di conciliazione o di controversia, di fornire informazioni dettagliate sia all’utente che al gestore del servizio sull’intera tracciatura e, quindi, sulle date di compimento delle varie fasi del servizio”. Le stesse interlocutrici hanno sei mesi di tempo per adeguare i propri sistemi produttivi.