Trani, da due anni diventata capoluogo di provincia insieme a Barletta e Andria, ora aspira ad un francobollo per celebrare la propria cattedrale, già richiamata negli annulli in dotazione al locale sportello filatelico. Non a caso, è il più significativo monumento cittadino. A prendere l’iniziativa è la sezione locale della Società di storia patria per la Puglia, suggerendo che la chiesa venga citata nella serie “Il patrimonio artistico e culturale italiano”. Definita -lo ricorda il presidente del sodalizio, Luciano Carcereri, nella lettera inviata al ministro per lo Sviluppo economico Paolo Romani- “da autorevoli critici d’arte «la regina delle cattedrali di Puglia»”, nel 1856 dichiarata monumento nazionale e nel 2002 proclamata dall’Unesco “monumento messaggero di una cultura di pace”. La sua storia è antica; il tempio primitivo risale ad almeno il VII secolo, ma l’edificio attuale, romanico, è ispirato alla figura dal greco Nicola Pellegrino, morto a Trani nel 1094 e canonizzato cinque anni dopo. Tra gli aspetti notevoli, la porta in bronzo realizzata da Barisano da Trani nel 1175, i bassorilievi con figure simboliche ed umane, il campanile alto quasi 59 metri. L’interno è basilicale a tre navate, cadenzate da doppie file di colonne. Nel sottosuolo si può accedere a quanto resta della chiesa dedicata a santa Maria della Scala e all’ipogeo di san Leucio.