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Milano, riferendosi all’Expo, dedica una mostra al celebre pittore. Le quarantasette opere scelte sono spesso commentate attraverso le sue missive, e ad altre nove è dedicata una sala

Postino: il “Ritratto di Joseph Roulin”…
Postino: il “Ritratto di Joseph Roulin”…

Una rassegna non molto ampia, ma il nome dell’artista cui è dedicata è già sinonimo di sicuro gradimento da parte del pubblico, come testimonia la notevole affluenza. E poi, il ruolo riconosciuto alle sue lettere: commentano le opere proposte, spesso offrendo dettagli sul contesto in cui vennero create. È proprio il mittente attraverso le epistole -si legge all’ingresso- “ad accompagnarci nel percorso di questa mostra, quasi ci tenesse per mano”. Inoltre, una sala completa è loro dedicata, dove nove sono state collocate in bacheca.

È “Van Gogh. L’uomo e la terra”, fino all’8 marzo ospitata a Milano presso palazzo Reale. Si propone -spiegano gli organizzatori- di indagare il profondo rapporto tra il celeberrimo artista, la natura e la terra, chiaro riferimento all’ormai prossima Expo. Curata da Kathleen Adler, vede esposti quarantasette tra disegni e dipinti, tra cui alcuni capolavori; rientra tra gli eventi del 125° anniversario passato dalla morte del protagonista. È articolata in sei sezioni, focalizzandosi appunto sul rapporto tra il genere umano e la natura; cinque (“L’uomo e la terra”, “Vita nei campi”, “Il ritratto moderno”, “Nature morte”, “Colore e vita”) valorizzano le opere.

La sesta è sul carteggio. “Anche in un’epoca in cui tenere una corrispondenza era pratica comune, le lettere di van Gogh rappresentano una straordinaria eccezione. Ne sono state conservate più di ottocento, per lo più quelle indirizzate al fratello Theo” viene spiegato. “Theo le tiene meticolosamente e la sua vedova Jo van Gogh-Bonger ne pubblicherà la prima edizione nel 1914. Sono solo 83, invece, le lettere indirizzate a Vincent che sono sopravvissute, perché l’artista perennemente in movimento si disfava spesso delle scartoffie. Vincent non avrebbe mai potuto immaginare che le sue lettere sarebbero state pubblicate, ma in esse esprime dettagliatamente i propri pensieri, i sentimenti, le opinioni sull’arte e molto altro. Queste lettere sono più di un semplice diario o di uno zibaldone di pensieri sparsi, sono un documento eccezionale, una cronistoria di tutto ciò che rese van Gogh l’uomo e artista che era. Esse ci permettono di seguirlo passo passo nella sua breve e difficile vita e a volte di identificare addirittura il giorno esatto in cui realizza un’opera”.

Tra i lavori figura una versione del “Ritratto di Joseph Roulin”, quel postino che lo andava a trovare tutti i giorni in manicomio e cantava la “Marsigliese”; è un olio su tela realizzato ad Arles nel 1889. Un’altra opera che si fa notare è “Natura morta con cipolle”, realizzata nella medesima città e nel medesimo anno. Propone bottiglia vuota, cipolle germogliate, pipa, vaso, candela, libro ed una busta, di cui affrancatura e indirizzo appaiono irriconoscibili. La fece dopo il taglio dell’orecchio: “Per lui sempre così solo, le lettere saranno sempre fonte di grande conforto e l’unico mezzo per comunicare al prossimo i suoi sentimenti”. Entrambi i lavori sono conservati al Kröller-Müller Museum di Otterlo.

Aggiornamento dell’8 marzo 2015: la mostra è stata prorogata fino al 15 del mese.

…e la “Natura morta con cipolle”: da notare, in primo piano, la busta, di cui non si riconoscono né l’affrancatura, né il destinatario. Entrambi i dipinti si trovano al © Kröller-Müller museum di Otterlo
…e la “Natura morta con cipolle”: da notare, in primo piano, la busta, di cui non si riconoscono né l’affrancatura, né il destinatario. Entrambi i dipinti si trovano al © Kröller-Müller museum di Otterlo

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