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editor Fabio Bonacina

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Il Governo promette l’interessamento per la posta massiva con scadenza che -quando giunge in ritardo- non può essere impugnata

A sollevare il problema, l'onorevole Tino Iannuzzi
A sollevare il problema, l'onorevole Tino Iannuzzi

Alla Camera gli effetti dell’aver abolito l’annullo sulle corrispondenze non registrate. A proporre il tema è stato Tino Iannuzzi del Pd. Porta infatti la sua firma l’interrogazione a risposta presentata presso la commissione trasporti, poste e telecomunicazioni.

La scelta -introdotta da alcuni anni- di non mettere il timbro di partenza (nel momento in cui il francobollo è sostituito da altre indicazioni), e comunque di non mettere quello in arrivo, provoca -ricorda il deputato- “conseguenze pregiudizievoli e disagi per i cittadini, soprattutto per quanto attiene alla consegna ed al recapito della posta, contenente bollette o fatture di pagamento”, inviata in primo luogo da soggetti gestori di servizi pubblici, quali energia elettrica, gas, acqua, telefonia. Quando l’utente riceve l’avviso in ritardo rispetto alla scadenza, “non è possibile dimostrare i tempi di recapito effettivo”. E senza citare i casi nei quali, non arrivando del tutto, il destinatario si vede sospendere la prestazione. Da qui la richiesta rivolta al ministro allo Sviluppo economico di sostenere la reintroduzione della bollatura in partenza e in arrivo, almeno per questa tipologia di carteggi.

Fino al marzo 2002 -ha risposto a nome del Governo il sottosegretario allo stesso dicastero, Massimo Vari- la società effettuava di propria iniziativa la bollatura di tutta la corrispondenza, “pur non esistendo alcun vincolo di natura normativa e regolamentare al riguardo”. Poi, la scelta di tagliare la procedura, così da guadagnare sui tempi. Quanto alla posta ordinaria, “a tutt’oggi il timbro viene apposto solamente al fine di annullare il francobollo”. “Non sono invece soggetti alla bollatura gli invii che rientrano nella categoria della cosiddetta «posta massiva», prodotto completamente aperto alla concorrenza, dedicato alla clientela business (gestori servizi pubblici, banche eccetera) che utilizza su larga scala il servizio postale, effettuando spedizioni di ingenti quantità di corrispondenza” generalmente composte da fatture commerciali o estratti conto.

“Comunque, il ministero dello Sviluppo economico non mancherà di porre attenzione alla questione valutando nell’ambito delle proprie competenze istituzionali se e in quale misura sia possibile trovare una soluzione”, anche confrontandosi con Poste italiane.




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