Un gruppo di appassionati -Ruben Berta, Nadir Castagneri, Roberto Cruciani, Francesco Gagliardi, Claudio Ernesto Manzati e Domenico Matera- è alla base del volume “La posta delle missioni militari italiane all’estero dal 1950 al 2010”. Uscito per iniziativa della Collezionisti italiani di francobolli ordinari, è organizzato in 278 pagine con illustrazioni a colori; costo 50,00 euro (lo stesso lavoro ma su cd e completo dell’intero repertorio riguardante gli annulli postali ed i bolli amministrativi: 30,00).
Le esperienze considerate sono settantuno, ordinate alfabeticamente toccando teatri notissimi (ad esempio l’Afghanistan, dove pochi giorni fa è morto il capitano Giuseppe La Rosa) ed altri trascurati, come le presenze in Georgia, Marocco, Pakistan. Di ognuna è stata elaborata una scheda tecnica sulla presenza dei reparti e sugli aspetti postali. Inoltre, si è tentata una valutazione economica delle buste, pianificata in sedici punti: tradotti in denaro, indicano scaglioni che partono dai 5,00 e superano i 1.000,00 euro. Sapendo che, falsi a parte, esistono quattro categorie di missive: di favore, facilitata, provocata e naturale (cioè vera).
Il passo successivo potrebbe essere, oltre al necessario aggiornamento seguendo i soldati su e giù per il pianeta, inserire le altre operazioni, certo più inconsuete, alle quali gli italiani hanno partecipato. È il caso, ad esempio, dell’ospedale da campo attivo in Corea dal 1951 al 1955, che per corrispondere utilizzava la struttura postale statunitense.