“Un forte e convinto apprezzamento” sulla proposta per abrogare l’articolo 4 del decreto legislativo 261 datato 22 luglio 1999, riguardante il diritto esclusivo del fornitore del servizio universale di notificare gli atti giudiziari e le violazioni al Codice della strada.
Così si è espresso il presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Angelo Marcello Cardani, intervenendo qualche giorno fa alla Camera dei deputati nel contesto dei lavori preparatori inerenti la legge annuale per il mercato e la concorrenza. “Si ritiene in particolare che tale misura possa promuovere migliori condizioni concorrenziali nel mercato, consentendo ad altri operatori di fornire servizi che a tutt’oggi sono appannaggio esclusivo di Poste italiane”, ha aggiunto. L’apertura del settore “comporterebbe indubbi benefici per le pubbliche amministrazioni, che potrebbero selezionare offerte più vantaggiose”.
Chiaramente, occorrerà prevedere “particolari requisiti di affidabilità, professionalità e onorabilità dei soggetti” coinvolti; altrettanto giustificato risulta l’imporre loro “obblighi a tutela della sicurezza, nonché della qualità, continuità e disponibilità dei servizi offerti”.
Quanto al giro economico, le cifre sono quelle dichiarate dalla società ora presieduta da Luisa Todini: nel 2014 tale supporto ha generato ricavi pari a 327 milioni di euro, per un totale di oltre 45 milioni di pezzi inviati, registrando rispetto al 2013 una diminuzione, sia in termini di ricavi e sia di invii, pari rispettivamente al 4,1% ed al 2,8%.
Sull’argomento, l’amministratore delegato di Poste, Francesco Caio, aveva chiesto di mantenere la riserva perlomeno fino al 2018.