Il ministero non c’è più. E non si tratta di un cambio al nome, uno dei tanti, che nella sua storia ha subìto: non si parla più espressamente di ministero alle Comunicazioni o, più semplicemente, alle Poste.
Con il nuovo Governo è entrata in vigore, così come si sapeva, la formula “taglia cariche”, che ha ridotto ad un massimo di dodici i dicasteri con portafoglio e ad un massimo di sessanta i suoi componenti a qualsiasi titolo.
La competenza formale, in base alla lista di nomi presentata pochi minuti fa da Silvio Berlusconi, è ora passata alle Attività produttive, il cui rappresentante apicale arriva da Forza Italia. È Claudio Scajola, nato il 15 gennaio 1948 ad Imperia, città di cui divenne consigliere e sindaco democristiano. Laureato in Giurisprudenza, è già stato ministro dell’Interno e poi all’Attuazione del programma nel “Berlusconi II”, mentre nella successiva compagine, cioè nel “Berlusconi III”, è passato alle Attività produttive.
Il punto di riferimento per il mondo postale dovrebbe essere, però, un viceministro. Il nome che circola con più insistenza per le Comunicazioni è adesso Mario Landolfi (An).