Nella vicenda, l’azienda è parte lesa. È in questo modo che Poste italiane si è dichiarata con riferimento alla serie di arresti eseguita dai carabinieri negli ultimi giorni (secondo fonti a stampa, si tratterebbe di undici persone finite in carcere e diciotto ai domiciliari). Dietro, un’indagine avviata nel 2014 dalla Procura di Reggio Calabria, impegnata nell’inchiesta su un’ipotesi di truffa alla quale avrebbero concorso dipendenti dell’operatore. Di questi, alcuni sono stati licenziati già allora per gravi irregolarità interne, con altri è scattata la sospensione. È l’operazione “Mosaico”, riguardante presunti componenti di due gruppi criminali attivi soprattutto nel Reggino; sono accusati di furto, illecita appropriazione di titoli, buoni fruttiferi, libretti postali e liquidità su conti correnti. Vittime preferite erano anziani o invalidi, ai quali sono stati sottratti (ad esempio, trafugando i documenti finanziari oppure contraffacendoli e portandoli all’incasso) centinaia di migliaia di euro. Tali somme venivano recuperate con la complicità di alcuni direttori e dipendenti infedeli di uffici postali della provincia i quali, dietro una percentuale, avrebbero attestato falsamente la paternità dei trasferimenti di denaro.
Dall’uno all’altro Corpo: è notizia di oggi che la Polizia postale e delle comunicazioni ha arrestato a Napoli due pregiudicati con l’accusa di riciclaggio. Avrebbero incassato, in diverse banche questa volta del territorio emiliano, vaglia postali clonati (fine).