Open class, sì o no? Giancarlo Morolli e Marco Occhipinti non hanno dubbi, tanto da aver firmato la guida “Una nuova opportunità per chi ama la tematica (e non solo): la classe aperta”.
“In tutte le classi filateliche -annotano- è importante l’elaborazione personale, originale ed innovativa, ma nel caso particolare della classe aperta ci si aspetta anche un approccio brillante e accattivante”. Inoltre, “è necessario realizzare la migliore integrazione e un giusto equilibrio tra i contributi filatelici e quelli non filatelici, evitando il rischio di proporre una collezione fondamentalmente filatelica in cui i pezzi non filatelici sono solo delle aggiunte di contorno. O viceversa”.
Tra gli aspetti toccati, quello del materiale che si può utilizzare, davvero a tutto tondo. Si spazia -ma sono solo spunti- dalle vignette ai prodotti pensati per i collezionisti, dalle cartoline alle lettere, dai giornali ai libri, dalle fotografie alle stampe. Ma vanno bene pure calendari, segnalibri, menù, autoadesivi, targhe, titoli di trasporto, banconote e monete, biglietti della lotteria, raccolte punti, etichette commerciali, distintivi, materiale per confezionare alimentari, di cancelleria, tessile, vegetale, tecnico... Insomma, servono solo conoscenza dell’esistente e coerenza con l’argomento trattato. Sapendo che, se si vuole esporre a concorso, ci sono regole da ricordare e rispettare. Una di esse prescrive che il materiale filatelico debba costituire almeno la metà di quello presentato.
Lo studio, articolato in 34 pagine con immagini a colori, è stato realizzato dal Centro italiano filatelia tematica (presso Alviero Batistini, via Tavanti 8, 50134 Firenze).