Per il 2016 i risultati del bilancio d’esercizio “permangono complessivamente positivi”: l’utile raggiunge i 625 milioni di euro, superiore di 174 rispetto al 2015. Hanno contribuito all’esito l’utile di 568 realizzato dal patrimonio separato del Bancoposta, l’iscrizione a bilancio di dividendi per 423 giunti dalle società controllate ed incassi non ricorrenti da 121 dovuti alla cessione della quota posseduta in Visa Europe. I ricavi totali si sono attestati a 9.295 milioni, in crescita del 2,8%. A fine periodo, tuttavia, il patrimonio netto si è ridotto a 6.160 milioni (-1.486).
Il quadro di sintesi, riferito al bilancio 2016 di Poste italiane (quindi durante la gestione dell’amministratore delegato Francesco Caio), è stato stilato dalla Corte dei conti in una relazione di 120 pagine.
Annota, tra l’altro, come il relativo titolo quotato in Borsa abbia riportato una perdita media, rispetto al valore di emissione e in un contesto di mercato particolarmente critico, di circa il 10%. La Magistratura contabile ricorda poi l’ipotesi, finora rimasta tale, di cedere al mercato un’ulteriore quota azionaria ed il passaggio -questo concretizzato- del 35% del capitale sociale a Cassa depositi e prestiti.
Tra le novità, l’acquisizione di una presenza in Sia, azienda operante nel settore dei pagamenti, e la cessione ad Invitalia del capitale riguardante la Banca del Mezzogiorno.
Durante l’anno i servizi postali hanno realizzato ricavi in flessione del 4,0%, cifra che si riduce allo 0,4% per l’entrata di 109 milioni quali compensi arretrati inerenti al servizio universale. Il Bancoposta ha conseguito ricavi in crescita (0,5%); le spese ammontano a 8.495 milioni e sono lievitate dello 0,9% in rapporto all’aumento del costo del lavoro. Quest’ultimo rappresenta la voce maggiore degli oneri pertinenti alla produzione (72,3%) ed ammonta a 6.138 milioni.
Più in generale, il gruppo ha chiuso con un utile di 622 milioni (+12,7%). I ricavi, pari a 33.112 milioni, hanno ottenuto l’incremento del 7,7%, riconducibile alla buona sorte dei supporti assicurativi. Solo tre aziende (Mistral air, Postel e Sda) riportano bilanci in passivo; per due di esse si è reso necessario il sostegno finanziario della capogruppo e la condivisione di programmi finalizzati al risanamento strutturale ed operativo.