È costata diecimila euro all’azienda diretta da Francesco Caio (ora in procinto di fare le valigie) la chiusura dell’ufficio postale ad un solo operatore di Savignano Irpino (Avellino), registrata il 30 agosto 2016. A deciderlo, la struttura incaricata di seguire il servizio, vale a dire l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, attivatasi su segnalazione del sindaco locale. La serranda rimase abbassata -annota l’Agcom- “a seguito dell’ispezione amministrativa per la verifica contabile del settore finanziario, da parte della stessa società”. Pertanto, è stata contestata la violazione dell’obbligo di prestare il supporto in via continuativa. Lo stop non era giustificato da motivi di forza maggiore (come ad esempio il blocco dell’energia elettrica), ma da un’attività interna “ampiamente preventivabile”: “con un minimo di efficiente organizzazione e programmazione operativa si sarebbe potuta garantire la continuità del servizio e quindi la capillarità della fornitura dello stesso”. Inoltre, il Garante ha ribadito il vincolo ad informare la clientela: non basta “l’apposizione di un semplice e precario foglio A4 scritto a mano, indicante una possibile ed indeterminata riapertura successiva”, ma occorre che le chiusure e le variazioni del tempo di apertura siano comunicate agli utenti “tempestivamente e con congruo anticipo mediante avviso affisso in prossimità dell’accesso ai locali che indichi: la causa della chiusura o della variazione di orario, la sua prevedibile durata e i locali più vicini con i relativi orari”.
L’ispezione? Costata diecimila euro
28 Mar 2017 22:45 - NEWS FROM ITALY
È quanto ha stabilito l’Agcom nei confronti di Poste italiane che, per una verifica interna, il 30 agosto scorso ha chiuso temporaneamente l’ufficio di Savignano Irpino (Avellino)