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editor Fabio Bonacina

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Il rilievo, mosso dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato, riguarda il settore dei pagamenti. Aperta un’istruttoria

Poste italiane abusa della sua posizione dominante nel settore dei servizi di incasso e pagamento? È la domanda che si è rivolta l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, tanto da decidere l’avvio di un’istruttoria ed approfondire la questione.

Questione che si basa su diversi aspetti, come la stessa Antitrust fa notare. Innanzi tutto, il dato di fatto: considerando bollettini postali, pagamenti mediante avviso (cioè i “mav”) e bollettini bancari “freccia”, la società raggiunge il 90% del mercato, “quota -viene precisato- che resta comunque superiore al 50-55% anche se si considerano i servizi di incasso-pagamento ricorrenti”, vale a dire i “rid”, le autorizzazioni permanenti di addebito in conto corrente.

Grazie a questa posizione dominante, Poste italiane “sarebbe in grado di applicare condizioni contrattuali ingiustificatamente gravose agli utenti finali che devono pagare i bollettini postali, scaricando su di loro commissioni relative a servizi resi ai beneficiari dei pagamenti quali la rendicontazione”. Per chi incassa, in particolare le aziende erogatrici di servizi come luce, acqua e gas, ma anche Pubblica amministrazione ed enti locali, Poste italiane prevede infatti l’applicazione di commissioni di incasso anche nulle, facendo invece gravare su chi effettua il versamento un onere che, nel caso di pagamento allo sportello, è pari ad 1,10 euro per bollettino. A queste condizioni, i beneficiari “sono ovviamente disincentivati dal ricercare strumenti di incasso alternativi e competitivi sul mercato di natura bancaria-finanziaria”.

D’altra parte, il potere di Poste di determinare gli standard del bollettino postale, escludendone l’interoperabilità al di fuori della rete postale, ostacola lo sviluppo di modalità di pagamento alternative: la mancata indicazione dell’Iban sul bollettino postale, espressamente esclusa dall’azienda guidata da Massimo Sarmi, non permette, “ad esempio, modalità di versamento sul conto corrente postale del beneficiario, attraverso il sistema interbancario, a condizioni meno onerose per l’utente”.

Pagare le bollette in posta? Potrebbe disincentivare le alternative, gravando sui consumatori
Pagare le bollette in posta? Potrebbe disincentivare le alternative, gravando sui consumatori



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