“Sono considerati cartevalori i prodotti, individuati con decreto di natura non regolamentare del ministro dell’Economia e delle finanze, aventi almeno uno dei seguenti requisiti: a) sono destinati ad attestare il rilascio, da parte dello Stato o di altre Pubbliche amministrazioni, di autorizzazioni, certificazioni, abilitazioni, documenti di identità e riconoscimento, ricevute di introiti, ovvero ad assumere un valore fiduciario e di tutela della fede pubblica in seguito alla loro emissione o alle scritturazioni su di essi effettuate; b) sono realizzati con tecniche di sicurezza o con impiego di carte filigranate o similari o di altri materiali di sicurezza ovvero con elementi o sistemi magnetici ed elettronici in grado, unitamente alle relative infrastrutture, di assicurare un’idonea protezione dalle contraffazioni e dalle falsificazioni”.
Lo prescrive, al comma 10-bis dell’articolo 2, la versione attuale della legge 559 datata 13 luglio 1966, riguardante l’ordinamento di quello che adesso è l’Istituto poligrafico e zecca dello stato. Legge ora tornata di attualità, perché un decreto dello stesso dicastero, risalente al 23 dicembre ma reso disponibile questo pomeriggio, dopo un’indagine individua le tipologie nello specifico.
La lista comprende ben novanta voci, al cui vertice figurano prima i francobolli, poi quelli definiti “francobolli celebrativi, commemorativi e tematici”. Curioso è dare un’occhiata al resto dell’elenco, dove compaiono i valori bollati (marche e foglietti per cambiali), ma anche le marche consolari, le quietanze di tesoreria, gli scontrini del Lotto, i contrassegni alcolici e quelli per i tabacchi, i ricettari per i farmaci da dispensare attraverso il Servizio sanitario, i contrassegni per vini Doc e Docg, i diplomi di scuola media inferiore, superiore, di laurea e libere professioni, le tessere di identità per i dipendenti statali ed i loro familiari, la carta elettronica multiservizi in uso alla Difesa, alla Giustizia e tra i carabinieri, le tessere di riconoscimento per i militari e le Forze dell’ordine, le carte d’identità, le patenti di guida… Ultimo: il libretto dell’automotrice o del locomotore!