Una iniziativa dal taglio tecnico, che tuttavia presenta anche elementi insospettabili. È la mostra itinerante “L’architettura delle case del fascio” che coinvolge, fra l’altro, il ministero per i Beni e le attività culturali. Mostra che va oltre gli addetti ai lavori, come dimostra lo stesso catalogo curato da Paolo Portoghesi, Flavio Mangione e Andrea Soffitta (Alinea editrice, 240 pagine, 32,00 euro).
Gli esperti, alla ricerca di fonti iconografiche per ricostruire il recente passato, non accolgono solo progetti e foto recuperate da archivi o da giornali. Considerano infatti anche le normali cartoline, prodotte per promuovere la località o addirittura la specifica opera pubblica. È il caso, ad esempio, di Cuneo, Medicina (Bologna), Novate Milanese (Milano): all’epoca furono predisposte immagini cartolinizzate da affidare ai portalettere, ritrovate ed utilizzate oggi dai ricercatori.
In altre situazioni è possibile individuare un ulteriore elemento di interesse: spesso, infatti, questi immobili erano realizzati in luoghi centrali, vicino ai servizi pubblici. Come a Portolago (Lero, Egeo) dove l’edificio -documentato da altre istantanee- si trovava fra la farmacia e l’ufficio postale mentre la sede di Gondar (Amara, Etiopia) oggi ospita le telecomunicazioni.
Tra le sedi repertoriate non manca quella di Como, dovuta a Giuseppe Terragni. Considerata uno dei massimi esempi del razionalismo, figura sul francobollo da 85 centesimi uscito il 17 aprile 2004 per il centenario dell’architetto.
La prossima tappa dell’allestimento sarà Latina, probabilmente tra maggio e giugno, per poi andare a Viterbo, Rieti e Frosinone. “È nostra intenzione -spiega, per gli organizzatori, Flavio Mangione- portare la mostra in tutte le regioni italiane”.