Un classico: è il messaggio in bottiglia. Soltanto che quello trovato il 21 gennaio scorso da Tonya Illman appare molto significativo. Questo perché il documento presente al suo interno risale al 12 giugno 1886 (vi è rimasto quasi 132 anni!) e le indagini svolte in queste settimane ne hanno confermato l’autenticità.
Predisposto a stampa, testimonia le prove svolte da una missione oceanografica tedesca a bordo del “Paula”: i sistematici lanci delle bottiglie servivano a capire le correnti e quindi a individuare la miglior rotta da far percorrere alle navi. Sul documento, completati a mano ed ora poco visibili, vi sono i dati della “spedizione” (luogo, giorno…); al tempo stesso si chiedeva allo sconosciuto interlocutore che avrebbe trovato il reperto a dare i propri, e poi di restituire il materiale all’Osservatorio navale di Amburgo o ad una rappresentanza diplomatica teutonica.
Buttato nell’oceano Indiano, l’involucro è stato trovato a 950 chilometri di distanza, una spiaggia dell’Australia Occidentale a Nord di Perth. Secondo gli esperti, è finito lì dopo poco tempo il lancio, seppellito nella sabbia umida che ha contribuito alla conservazione. Qualche temporale o altri eventi meteorologici l’hanno riportato in superficie.
“Sembrava soltanto una bella, vecchia bottiglia, quindi l’ho presa in considerazione pensando che potesse essere esposta nella mia libreria”, ha detto la protagonista. “La fidanzata di mio figlio ha scoperto la testimonianza celata all’interno… era umida, arrotolata saldamente ed avvolta con uno spago. L’abbiamo presa ed asciugata, e quando l’abbiamo aperta…”. Finora, aggiungono dal Western Australian museum (ha gestito le ricerche ottenendo di poter esibire per due anni l’oggetto), il precedente record in argomento era un “invio” che, tra il lancio ed il ritrovamento, aveva registrato 108 anni, 4 mesi e 18 giorni.