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editor Fabio Bonacina

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Tra vita vissuta e fantasia, quattro libri che, partendo dalle drammatiche vicende della Seconda guerra mondiale, utilizzano come riferimento la corrispondenza

Seconda guerra mondiale sempre gettonatissima, in biblioteca. Fra i titoli usciti negli ultimi tempi, diversi hanno un taglio epistolare o, comunque, offrono riferimenti.

Spesso sin dal titolo, come “Cefalonia 1943 - lettera dal massacro”, di Enrico Solito (238 pagine, 17,00 euro, Hobby & work). Lasciando da parte le versioni ufficiali, viene spiegato come una famiglia visse la strage. Lo zio dell’autore, omonimo, era un giovane ufficiale di stanza nell’isola. E come quasi tutti gli uomini del generale Antonio Gandin, anch’egli fu barbaramente trucidato dalle truppe tedesche. Intanto, in Italia, i familiari del sottotenente si affannavano con ogni mezzo a conoscere la sorte del loro congiunto, inoltrando decine di lettere agli “organi competenti” (Esercito, Marina, Croce rossa, Vaticano), ma ricevendo solo risposte evasive o ricostruzioni volutamente lacunose. Il carteggio è stato raccolto dal nipote per essere presentate in forma narrativa, come fossero altrettanti capitoli di un romanzo, con colpo di scena conclusivo.

Attraverso “Il fratello perduto”, di Zui Yannai (456 pagine, 19,00 euro, Bompiani) il richiamo appare già sulla copertina: un frammento epistolare e, in primo piano, la tipica fascetta di censura tedesca. Anche in questo caso, si tratta di una storia familiare. Leggendo una pubblicazione scientifica, Sandro Toth (ora Zvi Yanai), un noto intellettuale israeliano, scopre l’esistenza di un certo Romolo Benvenuti, docente universitario a Roma. Decide di scrivergli una lettera, e tra argomenti scientifici ed esitanti accenni personali giunge alla domanda cruciale: sei tu mio fratello, Romolo Toth, nato a Catanzaro nel 1933, affidato a una balia, per una misteriosa ragione lasciato presso di lei e di cui non si è saputo più nulla? La risposta è positiva, ed ecco che Sandro-Zvi intraprende la necessaria ricerca del tempo perduto...

“Le lettere mai arrivate” (pagine 114, 14,00 euro, Le lettere) è invece ambientato in un campo di concentramento nazista. Storia di vita vissuta, dato che lo scrittore, Mauricio Rosencof, è finito veramente in una cella sotterranea, rinchiuso dalla dittatura uruguayana. Le missive sono concepite solo nella mente, testimonianza della gravità del dolore e della separazione; rappresentano il bisogno di comunicare per sentire fluire l’esistenza nella duplice connotazione di amore e malvagità. “Le lettere -dice- costituiscono, per me, una meravigliosa forma d’espressione non solo perché mi ricordano quelle che da bambino mi leggeva mio padre ma anche perché sono state l’unico mezzo di comunicazione con il mondo esterno durante la mia prigionia”.

Il sottotitolo di “Lettere di un sopravvissuto” (166 pagine, 14,00 euro, Rubbettino) è “Ciò che mi ha salvato dal lager”. Scritte da Viktor E.Frankl negli anni che seguirono la sua liberazione (1945-1949) e inviate alla sorella Stella, ad amici e colleghi, le missive veicolano la costante consapevolezza che la vita conserva sempre e ovunque un suo irripetibile e irrinunciabile significato, nonostante le peggiori condizioni in cui viene consumata. Nei testi Frankl è pensoso ricercatore, osserva le sofferenze più intime, manifesta una spiccata serenità interiore a quanti, angosciati e depressi, aprono il cuore per essere compresi, accolti, rispettati e aiutati a ritrovare le sorgenti, spesso nascoste, del senso profondo della vita. Il volume è curato da Eugenio Fizzotti.

Le copertine dei lavori citati
Le copertine dei lavori citati



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