Un personaggio già ricordato nel passato (non a caso, è con santa Caterina il patrono d’Italia) e che tornerà l’1 marzo. È san Francesco d’Assisi, richiamato -tralasciando le produzioni coloniali- ad esempio l’11 giugno 1923 nel 50 centesimi “Propaganda fide”, il 30 gennaio 1926 nella serie da 20, 30, 40, 60, 1,25 lire e 5+2,50 per il settimo centenario della morte, il 4 ottobre 1955 nel 25 lire per l’analogo giro di boa inerente alla Basilica di Assisi (Perugia) che porta il suo nome, il 26 novembre 1974 nel 40 natalizio, il 2 ottobre 1976 nel 150 per i sette secoli e mezzo dalla morte, il 22 gennaio 1979 nell’80 “Pro hanseniani”, il 6 gennaio 1982 nel 300 per gli otto secoli dalla nascita, il 18 ottobre 1997 nell’800 augurale (raffigura il presepe della chiesa lui dedicata di Leonessa, provincia di Rieti), il 25 settembre 1999 nell’800 o 0,41 euro per la riapertura della Basilica superiore di Assisi, il 16 aprile 2008 nello 0,60 per la sua “Regola”.
Questa volta viene rammentato un episodio specifico accaduto otto secoli fa, nel 1219, durante la Quinta crociata: l’incontro con il sultano al-Malik al-Kamil a Damietta, in Egitto, emblematico per il confronto interreligioso (strano che il fatto sia ricordato dal Bel Paese e non dal Vaticano!). Ancora una volta è un “B”, quindi un primo porto ordinario nazionale da 1,10 euro, autoadesivo e in fogli da quarantacinque (tiratura: due milioni e cinquecentomila esemplari). Riproduce uno degli affreschi che Giotto realizzò nella stessa Basilica di Assisi, intitolato “La prova del fuoco davanti al sultano”.