“È la storia di un giorno più patetico che drammatico, nel ciclo tormentato del riscatto nazionale… Il momento più alto del Risorgimento, ma quasi vissuto in punta di piedi, con impacciata discrezione, con un diffuso senso di timore”. Non a caso, “la classe dirigente italiana farà il possibile per dimenticare o scolorire, quasi atterrita dal compito storico che la Provvidenza le aveva segnato”. Così scriveva Giovanni Spadolini riferendosi al 20 settembre 1870. Quando le truppe del re sabaudo, attraverso la breccia di porta Pia, dilagarono in Roma, mettendo fine al potere temporale dei papi.
Un tema, per le conseguenze politiche e simboliche, che desta sempre interesse. Tanto è vero che nel 1992 lo studioso Vito Salierno vi dedicò un libro, introdotto appunto dallo storico e politico repubblicano.
Libro che s’intitola “Roma 1870”, organizzato in 134 pagine con illustrazioni in bianco e nero ed a colori. Di esso, l’azienda Vaccari ne ha trovate alcune copie; sono commercializzate a 18,00 euro.
L’approccio è naturalmente cronologico, ma lascia spazio ad alcuni punti di vista: come videro il fatto i partecipanti, come lo sentì il popolo, come lo interpretarono i letterati. Non manca un capitolo (dotato di bibliografia specifica) riguardante la posta militare nazionale.