Poste italiane continua ad estendere l’applicazione del progetto “Otto-venti”, quello che riduce a cinque giorni il servizio di ritiro e consegna delle corrispondenze ordinarie. Nel frattempo, e nonostante i toni soddisfatti che giungono dalla società, non mancano le osservazioni in controtendenza. Come quelle del “Postale”, punto di riferimento soprattutto dei lavoratori veneti. “Cominciano ad emergere -si legge in una nota- in tutta la loro evidenza le gravi difficoltà di gestione della riorganizzazione del recapito. Quella che all’evidenza doveva essere una fattibilissima riorganizzazione: riduzione di una giornata lavorativa, riduzione delle percorrenze e dei costi di 1/6 a fronte di una meno che proporzionale riduzione di zone di recapito si sta rivelando una «ecatombe» della qualità del servizio”. Il risultato? “Le zone che erano pesanti a seguito della riorganizzazione sono diventate ingestibili (tant’è che per stessa ammissione dei responsabili dei Cpd -ossia dei centri primari di distribuzione, ndr- sono fattibili solo mezza zona al giorno) mentre altri colleghi assegnatari di alcune tipologie di zona con determinate caratteristiche «statistiche» favorevoli possono permettersi una prestazione relativamente «tranquilla»”. “È evidente -conclude il comunicato- che un sindacato «serio» non può permettersi di «coprire» tali situazioni di iniquità fra lavoratori sul territorio. Urge un ripensamento e uno studio del fenomeno: ne va della qualità del recapito che, contrariamente a quello che pensano molti nostri «alti dirigenti», è l’unica cosa che può garantire un futuro al servizio postale universale in questa nostra Italia”.
“Otto-venti”, ma per il personale il recapito è a rischio
01 Apr 2011 02:10 - NEWS FROM ITALY
L’effettiva riorganizzazione interna non corrisponderebbe a quanto previsto sulla carta, e comincerebbero ad emergere gravi difficoltà