La legge annuale per il mercato e la concorrenza (è la 124 del 4 agosto scorso) ha abbattuto lo steccato permettendo, dal 10 settembre, anche ai concorrenti di Poste italiane di notificare atti giudiziari e violazioni al Codice della strada. Almeno in teoria. Quella che manca, ora, è la normativa di riferimento, ossia requisiti ed obblighi per il rilascio degli specifici titoli abilitativi. La deve definire -dice il comma 58 dell’articolo 1- l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, entro novanta giorni dall’entrata in vigore del disposto, attraverso un proprio regolamento ma sentendo il ministero alla Giustizia. Non a caso, ha avviato una consultazione pubblica “al fine di raccogliere da parte dei soggetti interessati orientamenti ed elementi informativi”. Una volta che il testo verrà adottato, il dicastero allo Sviluppo economico pubblicherà il relativo disciplinare e provvederà ad accordare le licenze (il problema -ha fatto notare ieri “Il sole 24 ore”- riguarda questa fase intermedia che, allo stato e non essendovi alternative, potrebbe indurre gli interlocutori a prorogare o rinnovare i contratti eventualmente in scadenza con Poste italiane). Per ora vi è appunto un documento di consultazione; è aperto -precisa l’Agcom- alle osservazioni degli interessati, che dovranno pervenire entro il 15 ottobre; in esso sono esposti gli orientamenti che s’intendono seguire. Sono previsti requisiti ed obblighi definiti “rigorosi” per gli operatori che vorranno svolgere il supporto. Viene proposta, poi, la diversificazione delle licenze in base all’ambito territoriale servito (regionale e nazionale) e la digitalizzazione di alcune fasi della notificazione a mezzo posta, “in particolare quella del recapito dell’avviso di ricevimento che molto spesso ha dato luogo a disservizi”.