Chissà in che misura hanno contribuito le cartoline-petizione irlandesi a far decidere la chiusura dell’impianto nucleare britannico Thorp (Thermal oxide reprocessing plant) di Sellafield. Distribuiti dalle poste l’anno scorso, questi particolari interi sono preindirizzati e contengono messaggi contro la struttura, giudicata troppo vicino alle coste gaeliche. Ma quali sono i destinatari? La prima cartavalore va direttamente al principe Carlo. Propone, nel lato dell’illustrazione, un paesaggio lunare, la scritta ironica “Saluti dall’Irlanda” e il simbolo della radioattività. Il testo è molto diretto, nonostante il firmatario si rivolga all’erede della Corona: “Carlo- si legge- desidererebbe essere qui? Questo è come il mio Paese potrebbe apparire se si verificasse un serio incidente a Sellafield. Secondo il flusso dei venti, Dublino, Dundalk, Drogheda e molti altri centri potrebbero diventare inabitabili. Le radiazioni non rispettano i confini. Carlo, non aspetti di scoprirlo; per favore chieda al suo Governo di chiudere Sellafield. I rischi sono troppo grandi. Già ora Sellafield scarica ogni giorno milioni di litri di rifiuti radioattivi nel mare d’Irlanda”. Con lo stesso taglio le altre due cartoline: una è diretta al premier Tony Blair ed offre una pupilla con la frase “Tony, guardami nell’occhio e dimmi se sono sicuro”; l’ultima è da spedire al responsabile della British nuclear fuels ltd e raffigura una bocca con lo slogan “Diteci la verità”. Entrambe, al retro, hanno testi che puntano a sensibilizzare l’interlocutore. Ed oggi arriva dal Regno Unito la decisione: l’impianto verrà chiuso. Qui nascerà un centro specializzato di stoccaggio per materiali radioattivi.