Si distingue principalmente dalle sigle “Upv” (che dovrebbe significare “ufficio postale virtuale”, volta a identificare i presìdi diversi dal classico sportello) e “Ter” (probabilmente, pagamento presso terzi) presenti nel riquadro che sostituisce la vecchia timbratura manuale e documenta l’avvenuto pagamento. È la traccia lasciata sui bollettini italiani di conto corrente postale che da questa mattina sono accettati in tre sedi delle Poste vaticane: presso quella centrale, all’interno della città vera e propria e quindi lontana dai flussi turistici, e presso le due succursali presenti alla Guardia svizzera, quindi in piazza San Pietro, ed ai Musei vaticani. L’altro elemento che permette di individuare una provenienza anomala è la tassa pagata: 1,50 euro, in luogo dell’1,30 previsto come standard per le operazioni effettuate direttamente da Poste italiane. Il singolo versamento deve essere inferiore a 1.500,00 euro ed il saldo, se in contanti, più basso di 1.000,00, cifra calcolata come totale nel caso il cliente presenti più moduli. Il supporto era stato annunciato da “Vaccari news” il 2 gennaio ed aveva attirato l’attenzione anche dei media generici per via del contestuale provvedimento, firmato dalla Banca d’Italia, di bloccare l’impiego di bancomat e carte di credito oltre il fiume Tevere. A questo proposito, naturalmente pure l’Ufficio filatelico e numismatico sta scontando il medesimo inconveniente. “Ci sono temporaneamente problemi con i pagamenti tramite pos”, viene spiegato. Rimangono validi, però, gli altri strumenti, ovvero assegno e vaglia postale internazionale. Testo aggiornato il 10 gennaio 2013.