I francobolli (ad esempio quelli di Monaco, Nazioni Unite e Sudafrica segnalati ieri) ed anche il libro per Nelson Mandela. Naturalmente, a contenuto postale ed uscito nel centenario della nascita. È “Lettere dal carcere”, in Italia firmato dal Saggiatore (812 pagine con immagini pure a colori, 26,00 euro).
Per ventisette anni, l’uomo che avrebbe guidato il suo Paese fuori dal regime di segregazione razziale che lo soffocava da quasi mezzo secolo non è stato altro che una sigla: un anonimo numero di matricola che identificava un prigioniero come tanti in una delle strutture di pena. Eppure proprio in quelle celle, nel silenzio dell’isolamento, nella fatica dei lavori forzati, ha preso forma il mito che avrebbe sgretolato il sistema di oppressione dell’élite bianca. Il carteggio -commentano dalla casa editrice- rappresenta “un documento fondamentale del Novecento. La testimonianza unica e in presa diretta della determinazione, delle difficoltà e della fede nel progresso di una delle grandi icone politiche del nostro tempo”. Dal primo, durissimo periodo, quando gli era consentito di scrivere una sola missiva di cinquecento parole ogni sei mesi, agli scambi con le grandi personalità internazionali; dalle umiliazioni, vessazioni e privazioni di Robben island (non gli fu permesso di partecipare al funerale della madre e nemmeno a quello del figlio Thembi), alle struggenti parole d’amore e lotta inviate alla moglie Winnie, anche lei attivista ed anche lei rinchiusa in galera.
Si parlerà del volume alle ore 21 di domenica 22 luglio a Fiorenzuola d’Arda (Piacenza), presso l’ex Macello di largo Gabrielli. Titolo della serata condotta da Luigi Manconi e Seba Pezzani, “Nelson Mandela. L’uomo, l’attivista, il carcerato”.