Il vostro progetto a che livello si trova ora? “Nei prossimi mesi -conclude la responsabile del polo culturale, Gilda Gallerati, parlando del futuro che attende il Museo storico della comunicazione- il dicastero coordinerà un tavolo di lavoro con il Mibact, per sviluppare forme di cogestione, che consentano al nostro patrimonio di esprimersi con mezzi moderni e secondo le migliori forme espositive e didattiche, multidisciplinari ed interattive”. Quando potrebbe essere concretizzato? “Il progetto per la ristrutturazione dei locali è a buon punto. È stato stanziato dal Demanio, manutentore unico, un finanziamento vicino al milione di euro. A partire dal prossimo anno ritengo che potremo vedere l’avvio del cantiere. Ma tanto altro è il lavoro da fare, soprattutto quello per l’allestimento espositivo, come dicevo. L’esposizione costituisce la parte fondamentale di un museo; attraverso l’esposizione si comprende anche quale sia il tipo di conservazione e di didattica messo in atto. Stiamo lavorando già alla parte illustrativa e didascalica dei pannelli illustrativi, mentre abbiamo immaginato quale sarà il nuovo percorso espositivo. L’obiettivo è crearne uno che contemperi la personalizzazione (il che è possibile solo con le tecniche virtuali) o in alternativa tre tipi di itinerari diversi, caratterizzati da un approfondimento via via crescente e destinati a tipologie di visitatori che vanno dal semplice curioso, alla persona culturalmente impegnata, fino allo studioso”. Costi stimati? “Per le opere murarie sono prossimi al milione di euro, per l’allestimento museale dovremo individuare risorse e forme di collaborazione. Va detto che i migliori musei internazionali e nazionali sono il risultato di politiche di collaborazione tra pubblico e privato, sia in veste di fondazione di partecipazione, sia come istituzioni pubbliche che beneficiano di finanziamenti privati. Vorrei citarne solo alcuni: il British postal museum & archive di Londra e L’adresse musée de la Poste di Parigi, in tema con il nostro, ma anche il Museo «Galileo Galilei» di Firenze, fino al Museo egizio di Torino, il migliore a livello nazionale. Staremo a vedere nei prossimi mesi come la nostra amministrazione saprà governare questa evoluzione”.