La sfida consiste nel capire meglio come le operazioni postali funzionino nei vari Paesi, come il corriere internazionale sia integrato alla rete, come venga trasportato, quali siano gli accorgimenti di sicurezza applicati… Cercando di identificare i punti deboli e di trovare una soluzione comune, poiché ogni protocollo di prevenzione locale ha un impatto su tutte le strutture postali. Così il presidente del gruppo intercommissioni che all’Upu segue il capitolo sicurezza in volo, il danese Ebbe Andersen, spiega il lavoro che si sta facendo.
Creata in aprile, l’équipe riunisce i rappresentanti del mondo postale e delle organizzazioni che seguono aviazione, dogane, normalizzazione, commercio e sicurezza. L’obiettivo è armonizzare i provvedimenti, così da evitare che in questi difficili periodi si ripresentino i problemi registrati nel recente passato. Conta di presentare una bozza da studiare prima del Congresso postale universale, in programma a Doha, Qatar, per il 2012. Testando il modello definito in un progetto pilota.
Secondo l’Upu, occorre considerare le spedizioni effettuate attraverso tutte le tipologie di velivoli, quelli a nolo compresi. Delle misure chiare e uniformi renderanno inutili altre procedure che, nei fatti, potrebbero ritardare l’avviamento rapido dei dispacci, cosa capitata l’anno scorso con le decisioni adottate unilateralmente dagli Stati Uniti (ma anche l’Ue sta lavorando per definire un proprio standard).