Un Natale postale classico quello pronto ad arrivare il 16 novembre dal Vaticano. Nel senso che non abbandona la strada abituale, varando due francobolli, da 1,20 e 1,25 euro, realizzati in fogli da dieci esemplari uguali (la tiratura è stata fissata in cinquantacinquemila unità), cui si aggiunge il libretto contenente due serie (diciottomila carnet).
Per l’obiettivo è stato coinvolto Francesco Canale, pittore ma anche scrittore, autore teatrale e musicale, imprenditore. Tra le altre cose, tiene incontri “motivazionali” e promuove alcune battaglie sociali inerenti ai temi dell’inclusione sociale, dell’ambiente, della valorizzazione culturale e artistica. Le sue immagini vedono protagonisti il pastorello, prima per l’annuncio della nascita di Gesù Bambino e poi per l’adorazione.
Da evidenziare il discreto segnale dato con l’annullo del primo giorno (e in parte anche con la copertina del libretto): vi compare la stella della tradizione ucraina con al centro la colomba recante un ramoscello di ulivo, auspicio di pace. Un po’ poco, pensando ad esempio a quanto realizzato, sempre dal Vaticano, per i profughi bosniaci con il 1.000 lire del 9 gennaio 1993 e per i kosovari con il 3.600 del 25 maggio 1999: nel primo caso venne devoluto agli aiuti l’intero incasso tolte le spese di produzione, nel secondo si andò oltre, poiché la stamperia Courvoisier operò gratis.