Accanto alle cartoline in franchigia, durante l’attuale guerra contro Hamas, Israele impiega anche volantini lanciati dall’alto (aerei? droni? elicotteri?) sulla Striscia di Gaza. Riprendendo dunque un metodo che risale perlomeno alle Cinque giornate di Milano datate 18-22 marzo 1848, quando i patrioti affidavano messaggi scritti a piccoli aerostati affinché cadessero nelle campagne circostanti, oltre la linea d’assedio. Quelli lanciati nei giorni scorsi “invitavano la popolazione palestinese -scrive Marco De Mattei sull’attuale numero (dicembre-febbraio) de «Il collezionista»- a fornire informazioni sulle oltre 200 persone prese in ostaggio da Hamas durante l’attacco del 7 ottobre”. Assicurando, con tanto di recapiti, “protezione e una ricompensa a chi avesse collaborato”. Altri testi, invece, annunciavano operazioni militari e ordinavano di lasciare i territori settentrionali, spostandosi verso sud. Anche Davide Frattini, corrispondente da Gerusalemme del “Corriere della sera”, accenna a manifestini nell’articolo pubblicato dal quotidiano il 4 dicembre. Vi erano indicate le zone dell’evacuazione, cinque; queste “appaiono come minuscoli spazi chiusi da linee blu, in mezzo il numero -come un’estrazione della lotteria già andata storta- dell’area dove cercare di scappare dalle bombe che colpiscono Khan Younis”. Un’altra frase è più perentoria: “Tutta la città è un campo di battaglia, dovete evacuare”. Intanto, il sito ufficiale di Israel post resta sempre irraggiungibile, anche se una presenza in qualche modo collegata ora c’è.