Postale il nome, postale la tipologia, e postale la pubblicità. È la borsa “postina” della giovane Benedetta Bruzziches, ora attiva a Viterbo. Borsa che inaugura la linea maschile della ditta.
“Qualcuno mi confonde con una borsa!”, dice la diretta interessata. “Se penso al futuro mi vedo in un locale anni ‘40 con il palco e l’orchestra e cantare con la voce roca”. “Entrare nel mio studio è come precipitare in una favola. Vi trovate di fronte uomini di legno, vecchie lavagne, libri di favole e poesie, armadi accatastati e tutti quei personaggi che di notte, in cucina, si animano e fanno baldoria… Più che di materiali, mi piace parlare di storie, di forme e di personaggi. La collezione è quasi secondaria, è la storia che la rende bella”.
Reduce dal recente “Pitti immagine” di Firenze, ora propone appunto “Massimo”, la tracolla ispirata a quella del portalettere di una volta. Colui -aggiungono dall’azienda- “che attendevamo con trepidazione, perché ci consegnasse lettere d’amore. Si tratta di un lavoro di citazione che non tradisce la poesia e lo stile di Benedetta, ma esalta lo spirito e la missione intrapresa da «Artigianauti»”, termine coniato per definire la loro intenzione di recuperare arti e mestieri antichi.
Il modello è venduto con penne e punteruolo, proprio per essere scritto e disegnato come una missiva. Il prezzo al pubblico per il modello ingrassato nero è di 530,00 euro. Tutti gli altri ne costano 670,00.