Non si chiamano più “paccomat” (forse il termine è apparso poco felice), ma puntoposte. Quello che importa, però, è che dopo quattro anni la rete dei locker firmata da Poste italiane abbia preso piede decisamente, mettendo da parte anche le eventuali remore sulla sicurezza. Sono gli armadietti metallici, alla fine gestiti dalla Inpost, dove recuperare (e, in alcune condizioni, spedire) i colli generati dal commercio elettronico nel momento in cui già si sa che a domicilio non vi è nessuno. L’opzione deve essere richiesta al momento dell’ordine. Nel caso il venditore preveda tale opportunità (per adesso sono sei siti, tutti controllati da Webster), basta indicargli la postazione scelta e normalmente situata in esterno, così da consentire il ritiro indipendentemente dall’orario e dal giorno. Scrutando la lista delle strutture, in questo momento risultano un po’ meno di trecento, presenti in tutte le regioni tranne Basilicata, Sicilia e Valle d’Aosta. Vi sono uffici postali e Kipoint (spesso con vincoli temporali all’accesso), ma anche ad esempio benzinai (in particolare della catena Total Erg) e centri commerciali (talvolta spuntano i marchi Auchan, Carrefour, Conad, Coop). Infine, la curiosità: ogni elemento della lista viene individuato attraverso un frazionario, codice di cui si è persa la memoria storica (continua).
Pacchi/1 Finalmente, i puntoposte
29 Mag 2018 12:25 - NEWS FROM ITALY
Sono quasi trecento gli armadietti adesso operativi in uffici postali e Kipoint, ma soprattutto in benzinai e centri commerciali. Ancora pochi (sei) i marchi che possono utilizzarli