Esattamente cent’anni dopo il pubblicitario per i “Baci”, predisposto ma non emesso, ecco la rivincita con la “Coppa della Perugina”, anch’essa giunta al secolo. Il francobollo ha debuttato oggi. Appartenente alla serie tematica “Il patrimonio artistico e culturale italiano”, è “B” da 1,25 euro; consente di spedire una cartolina o una lettera ordinaria nei venti grammi in regime domestico. La tiratura è stata fissata in duecentocinquantamilaventi esemplari autoadesivi, allestiti in fogli da quarantacinque. Nell’immagine figura il primo manifesto della corsa automobilistica a caratura internazionale che si disputò a Perugia dal 1924 al 1927. Fu realizzato nel 1924 dall’illustratore Federico Seneca, lo stesso che rappresentò la celebre coppia abbracciata. In alto c’è il marchio della gara. L’annullo primo giorno di emissione si trova all’ufficio postale di Ellera Umbra (Corgiano, Perugia), sito in via Gramsci 10. “Il percorso più veloce d’Europa” Il confronto “riuscì ad affermarsi grazie alla lungimiranza manageriale di Giovanni Buitoni, il giovane rampollo della famiglia” proprietaria della Perugina e presidente dell’Automobile club del capoluogo umbro. “Un bel tracciato sicuro definito il percorso più veloce d’Europa”, le curve sopraelevate, la torre direzione gara alta dodici metri, il fissaggio dello sterrato con i residui di raffinazione del petrolio, i collegamenti telefonici sul percorso, quelli radiofonici nel centro della città, le riprese cinematografiche, le tribune mobili realizzate con le carrozze ferroviarie, i cioccolatini distribuiti gratuitamente, il montepremi fino a 250mila lire “saranno gli indovinati ingredienti di quell’ambizioso «pacchetto»”. Infine, “molto innovativa per quell’epoca”, l’idea di abbinare un evento sportivo a un marchio commerciale con il solo scopo di lanciarlo sul mercato. Passeranno venticinque anni prima di poter rivedere il nome della manifestazione nelle cronache sportive, questa volta dal 1952 al 1954 in abbinamento con il marchio “Giro automobilistico dell’Umbria”. Nel 1984 il Club auto e moto d’epoca perugino (il testo del bollettino è del suo presidente, Ugo Amodeo), in collaborazione con la famiglia Buitoni, pensò di rievocare l’appuntamento, questa volta in chiave turistico-culturale. Da allora sono state organizzate trentacinque rievocazioni storiche; l’attuale si disputa da oggi al 12 maggio (continua).
La “baguette” nel Patrimonio culturale immateriale dell’umanità, decisione che ha indotto la Francia a renderle omaggio con un francobollo da 1,96 euro, dovuto a Stéphane Humbert-Basset (c’è anche il “souvenir philatélique” da 4,50). La prevendita scoccherà il 16 maggio, il giorno dopo la distribuzione sarà completata. “Pane della nostra vita quotidiana, simbolo della nostra gastronomia, gioiello della nostra cultura”, annota il presidente della Confédération nationale de la boulangerie pâtisserie française, Dominique Anract. “È composta da ingredienti base come farina, acqua, sale, lievito e/o pasta madre. Questa apparente semplicità rivela una complessità di lavorazione: dosaggio e pesatura degli ingredienti, impasto, fermentazione, divisione, riposo, modellatura, rifinitura, cottura… Tanti passaggi meticolosi eseguiti dal fornaio artigiano, il cui sapere unico viene tramandato di generazione in generazione”. Portatrice di sapere e costumi, la “baguette” è profondamente radicata nelle pratiche quotidiane. Incarna un rito, quello di recarsi in panetteria, un negozio di prossimità, che attira ogni giorno dodici milioni di consumatori. La produzione, pari a sei miliardi di pezzi all’anno, conferma il suo status di icona nel patrimonio alimentare nazionale.
Un centro di 53mila abitanti in provincia di Varese e tre annulli del primo giorno da valorizzare. Tanto da suggerire una pubblicazione specifica. È “Giorno di emissione... Gallarate!”, dovuta a Beniamino Bordoni per conto di Prodigi edizioni. Sono 12 pagine con immagini a colori (senza indicazioni di prezzo), presentate come estratto dalla “Rassegna gallaratese di storia e d’arte” numero 140. Il modo per divulgare una pratica all’esterno del mondo collezionistico e, comunque, per lasciare traccia nel tempo.
Protagonisti sono i manuali “che -si legge nel testo- «certificano» la nascita di un francobollo essendo utilizzati solamente nella data in cui esce il dentello e nella località che ha uno specifico collegamento con la carta valore in modo da rafforzare il legame tra l’emissione ed il suo territorio”.
Nel caso specifico, sono le obliterazioni dedicate alle costruzioni aeronautiche dell’1 giugno 1981 (riguarda un 200 lire per l’elicottero Agusta “A109”) e del 28 marzo 1983 (il 400 per l’aeromobile della stessa azienda classificato “A129”). Si aggiunge quella dell’1 ottobre 2007 per il latinista Concetto Marchesi: nella cittadina ha sede l’associazione lui dedicata.
Dalla Small european postal administration cooperations francobolli con soggetto dedicato alle attrazioni turistiche maggiori. “È stata una scelta facile illustrare il nostro arcipelago… un insieme unico da una prospettiva internazionale”, dicono da Aland, che l’8 maggio ha lanciato il proprio contributo Sepac. È un taglio per il Vecchio continente, ora in vendita a 3,20 euro.
Dietro vi è Anette Gustafsson, supportata per la grafica da Johanna Finne: ha dipinto un panorama estivo ad acquerello, catturando il carattere dell’area con le rocce nude, gli scogli, i ponti, le barche a vela e gli insediamenti sparsi. Con il suo insieme di terre emerse (circa 6.700 isole, cui si aggiungono 20mila isolotti di dimensioni inferiori a 0,25 ettari) e baie poco profonde, forma un mondo unico nel mar Baltico. Grazie alla tranquillità, alla vita nell’aria aperta e alle esperienze tra la natura, attira ogni anno migliaia di turisti.
“Dalle prime ore della guerra imposta a Israele il 7 ottobre, quando l’entità dell’orrore divenne evidente”, i volontari di Zaka - Search and rescue furono chiamati direttamente sul campo.
“Le cose orrende cui hanno assistito -commentano da Israel post- non li hanno scoraggiati; hanno lavorato instancabilmente sotto il fuoco per trovare e recuperare ogni segno di vita al fine di preservare la dignità degli assassinati e portarli alla sepoltura”. “Hanno dovuto scoprire le orribili atrocità che gli spietati assassini si sono lasciati alle spalle e sono diventati involontariamente testimoni viventi degli abusi terribili e mostruosi avvenuti. Lungo molte settimane, questi angeli della grazia hanno lavorato per trovare tracce dei morti e raccogliere prove, pensando al bene delle famiglie che cercavano qualsiasi elemento dei loro cari uccisi per poterli seppellire adeguatamente e rispettosamente”.
Tale impegno è stato ricordato da Israele con un francobollo da 17,40 shekel, in distribuzione da ieri. Porta il nome di David Ben Hador.
Se il francobollo da 95 centesimi del 6 dicembre 2016 celebrava i quarant’anni trascorsi dalla vittoria italiana alla Coppa Davis, quello odierno riguarda la seconda conquista, registrata il 26 novembre scorso. Inutilmente duplicato in foglio da ventotto esemplari e in foglietto autoadesivi (tirature: duecentomilaquattro e centomila esemplari), è un “Azona1”. Pagando 3,60 euro, consente di spedire per via prioritaria una cartolina oppure una lettera nei cinquanta grammi, in Europa o nel Mediterraneo.
L’omaggio figura nella serie “Lo sport”; il bozzetto, dovuto a Maria Carmela Perrini, propone l’équipe nell’atto di alzare il trofeo, riferito alla massima competizione planetaria a squadre nazionali; si aggiunge un nastro con i colori della bandiera. Il foglietto vi affianca la foto dei giocatori posizionati attorno al riconoscimento; da sinistra a destra ecco Lorenzo Musetti, Matteo Arnaldi, il capitano Filippo Volandri, Jannik Sinner, Simone Bolelli e Lorenzo Sonego. Si somma il logo della Federazione italiana tennis e padel. L’annullo è al Roma Prati, ufficio postale collocato in viale Mazzini 101.
“Un anno eccezionale”
Il bollettino risulta firmato dal presidente della stessa Federazione, Angelo Binaghi. “Il 2023 -scrive- è stato per il tennis italiano un anno eccezionale e sono convinto che altrettanto eccezionali saranno quelli a venire. Ma il nostro è un viaggio iniziato molto tempo fa. Anni nei quali abbiamo affrontato momenti difficili ma che sono serviti a costruire, mattone dopo mattone, i successi incredibili di oggi. È importante, dunque, non dimenticare mai da dove siamo partiti, per apprezzare a pieno dove siamo arrivati. Le vittorie delle nostre ragazze e l’era d’oro del maschile che stiamo vivendo in questi anni, sono stati certamente il frutto di una visione, di un’attenta programmazione ma, soprattutto, di tantissimo lavoro”.
Scrivere una lettera, apporre il francobollo, annullarlo all’ufficio postale, dare il tempo per la lavorazione e il recapito, far gioire il destinatario. Cinque passaggi, cinque cartevalori autoadesive della Repubblica Ceca. Dovute a Filip Heyduk, si ispirano agli “emoji” (in italiano, le “faccine”), introdotti sui telefoni cellulari del Giappone fin dal 1999; il mondo occidentale “ha scoperto il loro fascino oltre un decennio dopo”. Sono dei “B”, emessi il 7 maggio e validi per una lettera ordinaria nazionale nei cinquanta grammi di peso; tale servizio attualmente richiede 27,00 corone locali.
Non solo articoli sulle disinfezioni postali, come talvolta segnalato in passato, anche per la ritornata attenzione alle epidemie vista la drammatica esperienza del coronavirus. Il “Bollettino prefilatelico e storico postale”, organo dell’Associazione per lo studio della storia postale, tratta pure altri argomenti. Per esempio, l’ultimo numero disponibile, il 222, offre alcuni studi più tecnici, talvolta con uno sguardo alla situazione sociale. Un esempio è dato dal contributo di Francesco Luraschi, intitolato “Osservazioni sulle convenzioni postali tra Austria e Regno di Sardegna: 1844-1854”. L’1 giugno 1844 -così inizia l’intervento- “entrava in vigore una nuova convenzione tra l’Impero Austriaco e il Regno di Sardegna firmata il 14 marzo precedente che sostituiva quella del 1838 la quale prevedeva il pagamento del porto postale solo fino al confine tra i due Stati e quindi il costo ripartito tra mittente e destinatario”. Tale vecchia modalità, che obbligava lo speditore a recarsi in posta per pagare almeno il porto interno altrimenti la lettera non sarebbe partita, “era anche una prassi che per l’occhiuta polizia austriaca costituiva un facile sistema di controllo sulle persone che tenevano corrispondenza con l’estero”.
Nell’indirizzo venne scritto, come meta della lettera, “Villacco”: è Villaco o meglio Villach, in Austria. Caratterizza la missiva spedita da Modena alla cittadina delle Alpi il 4 giugno 1857. Venne affrancata dal Ducato con un 40 centesimi azzurro scuro con punto dopo la cifra e un errore di composizione tipografica, cosicché la parola “cent.” diventò “cene”. Una caratteristica premiata dagli intenditori. Il francobollo risulta annullato con la griglia a sei sbarre cui, a lato, fu aggiunto il bollo a “cappello” con luogo e data. Al retro, quello di arrivo.
Secondo gli auspici di Roma, doveva essere una congiunta, ma Lubiana ha declinato l’invito. La celebrazione riguarda i vent’anni trascorsi dalla caduta del “Muro” di Gorizia. Inserito nella serie “Il senso civico” e “dedicato alla convivenza tra i popoli”, il tributo è disponibile da oggi come “Bzona1-50g”. In altre parole, con esso si può spedire una lettera ordinaria nei cinquanta grammi destinata in Europa o nel Mediterraneo; costa 3,15 euro. La tiratura è stata fissata in duecentocinquantamilaventi esemplari autoadesivi allestiti in fogli da quarantacinque. Il bozzetto, di Fabio Abbati, riproduce l’opera pavimentale collocata nel 2004 in piazza della Transalpina; si trova dove correva (e corre) il confine di Stato con l’allora Jugoslavia, definito nel 1947. L’annullo è all’ufficio postale Gorizia Verdi, in corso Verdi 33.
“L’esplosione della frontiera”
In quanto realtà di confine, la città -annota nel bollettino il sindaco, Rodolfo Ziberna- “ha sempre svolto uno strategico ruolo di crocevia di popoli, di lingue e di culture diverse, di traffici e di commerci; ideale luogo di incontri e comunicazioni e facile via d’accesso per potenziali invasori, essa ha elaborato una percezione ed una sensibilità particolari, del tutto originali, che, nel corso del tempo, ne hanno plasmato la fisionomia rendendola… unica”.
Per collocare storicamente la carta valore occorre tornare alla Seconda guerra mondiale, “con le immani violenze perpetrate su tutti i fronti e ancora le pericolose strategie della Guerra fredda, con Gorizia, contrapposta ad una giovanissima Nova Gorica (entrambe capitale europea della cultura per il 2025, ndr), a fungere da vero e proprio «ultimo» presidio verso il blocco comunista e la successiva distensione nei rapporti tra i Paesi europei dal 1989 in poi. Ed è proprio sulla scia di un clima di costruttiva apertura nei rapporti tra gli Stati e tra le istituzioni d’oltreconfine che l’allargamento dell’Unione Europea alla Repubblica di Slovenia nel 2004 ha letteralmente cambiato il futuro di questi territori: quel confine che per tanti anni aveva diviso in due famiglie, case, giardini, strade e cimiteri ha lasciato il posto a nuove prospettive di sviluppo e nella piazza della Transalpina (trg Evrope per gli sloveni) sono caduti muri e reti, sostituiti da uno spazio unico e condiviso”, in cui l’opera dell’artista Franco Vecchiet, ripresa nel dentello, “ricorda ogni giorno a tutti l’esplosione della frontiera”.
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