Nel corso dell’esercizio -prosegue la relazione sottoscritta dalla Corte dei conti riguardante il 2017 di Poste italiane e valorizzata nelle news precedenti- “è proseguito il percorso di razionalizzazione societaria, con l’eliminazione di attività non più in linea con gli attuali indirizzi strategici”, talvolta riconducendo alla capogruppo aziende controllate o rami di attività. Ecco dunque la scissione parziale di Postecom in favore di Postel e l’incorporazione, nella controllante, di Poste tutela.
Anche per il periodo in esame si segnalano le “perdite consistenti” riguardanti Sda express courier (il bilancio si è chiuso con -32 milioni, in parte per le agitazioni sindacali registrate nel secondo semestre) e Mistral air (-7,6; l’idea è abbandonare il trasporto passeggeri per concentrarsi su corriere e merci), obbligando Poste italiane, ancora una volta, ad intervenire finanziariamente.
La neo acquisita Indabox (utilizzata -tramite la sua rete- per stoccare i colli in attesa che i destinatari li ritirino) ha chiuso l’esercizio con una perdita di 0,29 milioni.
Un contesto più propizio, rispetto all’esercizio precedente, per Postel: non grazie alle attività di stampa, ma per la gestione elettronica dei documenti.
Diverso è il prospetto inerente al gruppo Poste vita, che ha conseguito un buon incremento degli utili.
Positività pure per Egi, la quale opera su due fronti: lo storico, rivolto alla gestione del patrimonio immobiliare non strumentale, e la compravendita di energia elettrica, che ha conseguito ricavi da mercato per 90,8 milioni.
Le attività strategiche del gruppo -quindi indipendentemente dalla specifica società- ora sono classificate in quattro settori: 1) corrispondenza, pacchi e distribuzione, 2) pagamenti mobile e digital, 3) servizi finanziari, 4) servizi assicurativi; riflettono gli indirizzi del piano industriale “Deliver 2022” (fine).