Si chiama “Archivio Amazon”, ma non ha nulla a che fare con la nota piattaforma di commercio elettronico. “Nel 1979, dopo alcuni viaggi in Amazzonia, ideai un archivio ad essa dedicato per evidenziare con alcuni progetti artistici la sistematica distruzione perpetrata da latifondisti senza scrupoli con la complicità dei governi stessi per costruire le tristemente «famose» strade transamazzoniche -vere e proprie incisioni scavate nella pelle della foresta- e per un piano devastante di agricoltura industriale che l’ha scarnificata”, spiega Ruggero Maggi. Sono trascorsi oltre quarant’anni, la situazione è peggiorata. Da qui l’iniziativa, capace di coinvolgere la comunità dei mailartisti, ma non solo: l’invito è spedire, esclusivamente per posta, lavori dedicati al tema, intervenendo come si vuole su una o più foglie raccolte a terra; l’obiettivo è realizzare un’installazione. Il formato massimo delle opere deve essere di 30x40 centimetri, la tecnica libera. Vanno inoltrate, entro il 29 febbraio, ad “Amazon archive of artistic works and project about the amazonic world”, presso Ruggero Maggi, corso Sempione 67, 20149 Milano. Sul retro occorre indicare i dati personali e l’indirizzo e-mail (dati da spedire anche a maggiruggero@gmail.com).
L’occhio sull’Amazzonia
10 Gen 2020 10:39 - NEWS FROM ITALY
È l’iniziativa dell’artista Ruggero Maggi, che ha organizzato un confronto postale a tecnica libera: vanno impiegate e spedite, entro il 29 febbraio, opere con foglie cadute